
Dalla Casa Pro Loco, sede nazionale dell’Ente Pro Loco Italiane (EPLI), si è aperto un nuovo capitolo per la governance turistica del Paese. Con la conferenza stampa “Verso Destinazione Italia”, svoltasi ieri 24 giugno, istituzioni, esperti e rappresentanti del settore hanno lanciato un appello condiviso: valorizzare i territori partendo dalle identità locali e formare i nuovi professionisti del turismo per costruire sistemi di destinazione autentici, sostenibili e competitivi.
«Oggi presentiamo ufficialmente la figura dell’agente di comunità, pensata per gestire i flussi nei piccoli territori e affiancare il Manager di Destinazione. Le Pro Loco custodiscono l’essenza dei luoghi e sono pronte a diventare protagoniste della pianificazione strategica locale. A fronte dell’over-tourism che affolla le mete più note, noi proponiamo un modello di under-tourism: portare i visitatori nei borghi, nelle aree interne, nei luoghi autentici. Per fare questo servono cuore, competenza e soprattutto formazione», così il Presidente nazionale EPLI, Pasquale Ciurleo, aprendo la conferenza, mette in luce il ruolo centrale delle Pro Loco nella nuova governance turistica.
A fare il punto sull’ambizioso progetto è stato Claudio Pisapia, direttore di Culturitalia e ideatore del modello CulturItaly, secondo il quale «non può esistere valorizzazione turistica senza offerta strutturata. Occorre mettere a sistema tutte le risorse locali – Pro Loco, associazioni, comunità – creando destinazioni turistiche capaci di raccontarsi e proporsi in modo coerente. Il vero turismo nasce dalle identità e diventa racconto condiviso. Da qui nasce il Manager di Destinazione, figura chiave introdotta dall’articolo 31 della Legge Made in Italy».
Una visione condivisa anche da Riccardo Virgili, Presidente FIPTES (Federazione Italiana Professionisti del Turismo Esperienziale), che ha evidenziato come «il turismo esperienziale sia oggi il cuore pulsante della nuova domanda turistica, soprattutto tra le giovani generazioni. Il turista non vuole più vedere, ma vivere, immergersi, partecipare. Questo ci porta a una considerazione chiave: nei prossimi decenni non vinceranno i territori più grandi, ma quelli più preparati. Preparati a offrire narrazione, autenticità, accoglienza. Quindi, servono nuove professionalità, come il narratore del territorio o l’operatore di accoglienza esperienziale. Figure capaci di raccontare, accogliere e trasformare ogni visita in un’esperienza autentica».
Un esempio concreto di questa visione è arrivato dalla Puglia, con l’intervento di Oronzo Rifino, Presidente Ente Pro Loco Puglia e Calcarea APS Terre di Murge Experience: «La nostra Regione, da oltre 15 anni, cresce nel turismo, ma i flussi si concentrano solo in alcune zone. È arrivato il momento di costruire destinazioni anche nell’entroterra, dove l’identità locale diventa il polo di attrazione. Per farlo serve un piano strategico condiviso e un manager di destinazione che sappia far dialogare pubblico e privato, superando i vecchi modelli fallimentari delle DMO. Solo così i territori marginali potranno tornare al centro, con una narrazione propria e una nuova forza economica».
Il percorso delineato guarda al futuro, con un’alleanza strategica tra formazione, istituzioni e comunità. Il prossimo appuntamento sarà domani 26 giugno all’Università della Calabria, con il lancio ufficiale del Primo Corso Executive per Manager di Destinazione, promosso dalla UniCal Business School in collaborazione con Culturitalia, EPLI, l’Accademia Turistica del Made in Italy e numerosi partner territoriali.
Un passo decisivo verso un turismo che non si limita a “visitare”, ma che costruisce legami, identità e nuove opportunità di sviluppo locale, superando logiche frammentarie e valorizzando ogni angolo del Paese.
«Il turista non è un semplice ospite né un intruso: è un cittadino temporaneo del territorio. Non cerca solo una vacanza, ma un’esperienza autentica da vivere e condividere».












