
(AGENPARL) – Tue 24 June 2025 Segnaliamo all’indirizzo web
https://www.unipr.it/node/109002
il comunicato stampa relativo al premio assegnato a uno studio dell’Università di Parma in occasione del XII Workshop della rivista “Azienda Pubblica”.
COMUNICATO STAMPA
PREMIATO AL XII WORKSHOP DI “AZIENDA PUBBLICA” UNO STUDIO DELL’UNIVERSITÀ DI PARMA SULLA VALUTAZIONE DELLE PERFORMANCE NEL SISTEMA PENITENZIARIO MINORILE
Si intitola “Come prevenire le “Finestre Rotte” in carcere? Un’analisi sugli istituti penali per minori italiani” il paper riconosciuto dalla rivista tra le più autorevoli in Italia nell’ambito
Parma, 24 giugno 2025 – Nei giorni scorsi è stato conferito all’Università di Parma un importante riconoscimento per la ricerca: il Best Paper Award assegnato in occasione del XII Workshop della rivista Azienda Pubblica (tra le più autorevoli in Italia nel campo del management pubblico) a uno studio firmato da Marco Ferretti, docente del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali, e Isabella Mozzoni, docente del Dipartimento di Discipline Umanistiche, Sociali e delle Imprese Culturali, da Lorenzo Pratici, assegnista di ricerca del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali, e da Marta Russotto, dottoranda del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali.
Lo studio premiato rientra nelle attività del gruppo di ricerca in penitentiary management, che coinvolge anche i dottorandi Gioacchino Benfante e Alessandro Casali, ed è focalizzato su un tema tanto complesso quanto trascurato: la misurazione delle performance del sistema penitenziario minorile.
A differenza di altri settori pubblici, come sanità o istruzione, dove esistono metriche consolidate per valutare i risultati, nel contesto penitenziario la performance si misura spesso in termini di eventi negativi che non si verificano – come episodi di autolesionismo, aggressioni, tentativi di suicidio. Partendo da questo presupposto, la ricerca si interroga su quali condizioni organizzative e manageriali possano prevenire questi fenomeni, migliorando le performance del sistema penitenziario non solo sotto il profilo gestionale, ma anche sociale ed economico.
A ispirare il lavoro è la teoria delle “finestre rotte” di Philip Zimbardo: piccoli segnali di degrado o trascuratezza possono innescare un deterioramento più profondo del contesto. Lo stesso può accadere all’interno delle strutture detentive minorili, dove la mancanza di attenzione e cura può sfociare in situazioni di grave disagio.
Nel paper si evidenzia il ruolo chiave dei programmi educativi e riabilitativi, e in particolare del contributo delle organizzazioni non profit nel creare un ponte tra il “dentro” e il “fuori”, cioè tra l’istituzione carceraria e la società civile. Una maggiore integrazione fra settore pubblico e terzo settore, sostenuta da modelli di governance più flessibili e da sistemi di accountability condivisi, può portare, secondo gli autori, a miglioramenti concreti e misurabili nel medio-lungo periodo, con benefici per l’intera collettività.
Tra le riflessioni conclusive, lo studio propone una provocazione importante nel dibattito pubblico: e se il problema delle carceri italiane non fosse solo la carenza di personale, ma piuttosto l’assenza di un modello di governance efficace e trasparente? In questa direzione, si apre la possibilità di sperimentare forme di partnership pubblico-privato o addirittura modelli di esternalizzazione parziale della gestione, come già avviene in altri contesti europei (Spagna e Portogallo in primis).
Il riconoscimento ottenuto rappresenta un segnale di attenzione importante verso tematiche spesso marginalizzate, contribuendo ad alimentare un dibattito informato e scientificamente fondato sul futuro del sistema penitenziario, con particolare attenzione alla giustizia minorile.
Ufficio Stampa
U.O. Comunicazione Istituzionale e Cerimoniale
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