
(AGENPARL) – Mon 23 June 2025 Pesaro, 23 giugno 2025
COMUNICATO STAMPA
/Il presidente: perdiamo un maestro della scultura che ha amato i
nostri borghi, suo lascito morale profondamente attuale /
SCOMPARSA POMODORO, CORDOGLIO PAOLINI
PESARO – Cordoglio del presidente della Provincia di Pesaro e Urbino
GIUSEPPE PAOLINI per la scomparsa di ARNALDO POMODORO, tra i più
celebri e influenti scultori e orafi italiani contemporanei: «E’ stato
un maestro dell’arte, un gigante della scultura ma anche un
ambasciatore universale del nostro territorio. Non solo per il suo
legame profondo con Pesaro, dove trascorse l’infanzia, esemplificato
dalla Sfera Grande divenuta un simbolo cittadino. Ma anche per le sue
radici con il Montefeltro e con i nostri borghi. Ci lascia infatti un
messaggio profondamente attuale, collegato alla custodia e alla
valorizzazione di questi luoghi dell’anima. Pomodoro amò il borgo di
Pietrarubbia dove una parte rilevante della sua produzione è accolta
nelle sale a lui dedicate all’interno del Museo di arte
contemporanea. Erano gli anni Settanta quando, portato da alcuni
amici, Pomodoro giunse a Pietrarubbia e si innamorò del borgo per la
sua forza spirituale. Da qui nacque l’idea di rilanciare questo luogo,
donando significative opere alla comunità. Dagli anni Novanta questa
collaborazione ha portato poi alla fondazione del centro Tam
(Trattamento artistico dei metalli), voluto e curato dallo scultore,
che per quasi 20 anni ha accolto ragazzi da tutta Italia e Europa per
l’apprendimento dell’arte della scultura orafa. Una grande
testimonianza di amore per il territorio e un lascito inestimabile per
le nuove generazioni, che abbiamo il dovere di custodire e
tramandare. Anche per questo la Provincia nel 2007 ha partecipato,
insieme al Comune di Pietrarubbia e alla Comunità montana del
Montefeltro, all’acquisto dell’antico palazzo Pomodoro, sostenendo il
progetto originario che ha poi portato ora all’evoluzione verso il
museo diffuso nel borgo, costituito anche dalle tantissime opere
realizzate dai maestri e dagli allievi di quella prestigiosa scuola».
Francesco Nonni