
(AGENPARL) – Fri 20 June 2025 Verona, 20 giugno
Luca Minafra è il vincitore della prima borsa di ricerca “Per Elisa”
Fimp sostiene gli studi Univr contro il tumore del pancreas
È Luca Minafra, biotecnologo classe 1998, il vincitore della prima edizione della borsa di ricerca intitolata alla memoria di Elisa Scali, paziente in cura a Verona scomparsa nel gennaio 2024 per un tumore al pancreas, a 10 mesi dalla diagnosi. Alla sua memoria la Fimp, Fondazione Italiana per la ricerca sulle malattie del Pancreas, grazie al supporto di famigliari, amici e conoscenti, ha voluto dedicare una borsa a sostegno della ricerca contro i tumori del pancreas.
Il progetto contro la neoplasia del giovane ricercatore è stato presentato il 20 giugno, al Polo Zanotto, da Michele Milella, docente di Oncologia medica, Aldo Scarpa, docente di Anatomia patologica e presidente Fimp, Maria Novella Luciani del cda Fimp e dirigente ministero dell’Economia e delle finanze. L’appuntamento è stato organizzato nell’ambito del congresso nazionale del gruppo di ricerca in psicosomatica, evento scientifico coordinato per l’università di Verona da Michela Rimondini, docente di Psicologia clinica.
Il progetto di ricerca. Il ricercatore Luca Minafra, laureato in Molecular and Medical Biotechnology all’università di Verona, grazie a un finanziamento di 30 mila euro lavorerà a un progetto che riguarda la sistematizzazione dei dati di genomica di oltre 1000 pazienti affetti da tumore del pancreas, alla ricerca di nuovi biomarcatori, nuovi bersagli e strategie terapeutiche. “È un grande onore per me ricevere questo riconoscimento che mi consentirà di proseguire la ricerca a cui sto lavorando” ha affermato Minafra. “I dati, di natura clinica, molecolare e terapeutica, su cui si concentrerà la prima fase del mio lavoro sono attualmente frammentati. Mi occuperò di raccoglierli dai reparti di oncologia e di anatomia patologica e unirli in un unico database per velocizzare la ricerca”.
“Elisa – ha spiegato Michele Milella – ci insegna che l’esempio delle persone può portare a traguardi importanti, come quello ambizioso che abbiamo con Fimp, per avere più dati sulla genomica. L’analisi estensiva del corredo di mutazioni del tumore ci aiuta ad inquadrare il paziente molto meglio di come potevamo fare una volta. Due pazienti che dal punto di vista clinica sembrano identici possono nascondere meccanismi e processi differenti su cui possiamo oggi agire in maniera personalizzata. Inoltre, l’arma più potente che i test genomici ci mettono in mano è la capacità di prevedere i risvolti e il decorso della malattia, fondamentale in una fase in cui non abbiamo ancora farmaci super efficaci.”