
(AGENPARL) – Wed 18 June 2025 Quattro motivi per monitorare l’influenza aviaria
Comprendere i rischi e come la FAO contribuisce a mitigarli
©FAO/Stuart Tibaweswa
Molti pensano sia un problema solo per la fauna.
In realtà, esseri umani e animali hanno sempre avuto un solido legame: gli animali ci forniscono risorse fondamentali come alimenti, indumenti, mezzi di trasporto e mezzi di sussistenza, ci fanno compagnia e contribuiscono inoltre alla salute degli ecosistemi. Con la crescita demografica, l’urbanizzazione e l’aumento della produzione zootecnica a livello globale, oggi condividiamo più spazi che mai.
Ciò rende critica la salute degli animali: il loro benessere si riflette direttamente sul nostro.
Monitorare la salute animale e i focolai di zoonosi contribuisce a salvare vite umane, a scongiurare perdite economiche e a contrastare la diffusione delle malattie, sia che si tratti di epidemie (diffusione delle malattie in una determinata area geografica) che di pandemie (diffusione delle malattie a livello mondiale). L’influenza aviaria è una minaccia seria, sia per la salute umana che per quella animale.
Qui di seguito sono riportati quattro aspetti da conoscere sull’influenza aviaria e su come l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) sta lavorando per tutelare gli animali e gli esseri umani:
1. È una malattia zoonotica e transnazionale, che colpisce animali selvatici, allevamenti ed esseri umani.
L’influenza aviaria, anche detta peste aviaria, è causata da virus influenzali di tipo A. Come suggerisce il nome, colpisce principalmente volatili selvatici e domestici.
Il ceppo dell’influenza aviaria H5N1 ad alta patogenicità (HPAI) attualmente in circolazione è estremamente contagioso, con alti tassi di mortalità nel pollame. Il virus è stato inoltre riscontrato in bovini da latte, volpi, foche, puma e persino animali domestici, sollevando timori sulla sua diffusione tra le specie e sul rischio per la salute umana.
L’epidemia, iniziata alla fine del 2020, sta causando la perdita di rare e importanti specie di uccelli selvatici e di pollame, con ripercussioni sulla sicurezza alimentare e sulle filiere globali di approvvigionamento alimentare, provocando – tra l’altro – la carenza di uova.
Nei bovini, l’influenza aviaria può ridurre la produzione di latte, con rari ma preoccupanti casi di infezione tra gli operatori del settore lattiero-caseario.
La FAO e i suoi partner monitorano i rischi di influenza aviaria fornendo valutazioni congiunte e aggiornamenti mensili sulla situazione, affinché tutti i paesi dispongano di linee guida su base scientifica per gestire l’evoluzione del rischio.
2. È in mutazione.
I virus dell’influenza aviaria sono virus a RNA, pertanto mutano ed evolvono molto rapidamente. Nuovi ceppi compaiono costantemente, aumentando le possibilità di adattamento ai mammiferi. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale, lo scorso anno i focolai di influenza aviaria nei mammiferi sono più che raddoppiati rispetto al 2023, aumentando il rischio di ulteriore diffusione e trasmissione all’uomo.
Storicamente, alcuni di questi ceppi sono stati trasmessi all’uomo con esiti letali. Per esempio, la pandemia di influenza spagnola del 1918 è stata causata da un ceppo H1N1 di origine aviaria, che ha infettato 500 milioni di persone in tutto il mondo.
3. È dappertutto.
Dalla prima comparsa dell’H5NI in Asia, nel 1996, nel mondo ci sono stati diversi focolai di influenza aviaria. Le migrazioni di uccelli selvatici su lunghe distanze hanno notevolmente favorito la diffusione transnazionale, ma i cattivi metodi di allevamento del pollame restano un fattore di rischio cruciale per l’insorgenza e la diffusione dei virus.
A oggi sono stati segnalati focolai di H5N1 in Africa, nel continente americano, in Asia, Europa e hanno persino raggiunto l’Antartide, con effetti sulla fauna selvatica. Dall’ottobre 2022 sono stati segnalati oltre 3 400 focolai in tutto il mondo. Le conseguenze: quarantene, limiti alla circolazione, maggiori controlli e abbattimento degli esemplari infetti. In molti paesi, gli sconvolgimenti nell’industria avicola si ripercuotono sui prezzi dei prodotti alimentari e sulla disponibilità di proteine animali.
La FAO monitora, raccoglie e divulga informazioni sull’influenza aviaria e su altre malattie attraverso il suo sistema informativo globale sulle malattie zoonotiche, EMPRES-i. Il sistema consente ai governi e ai responsabili delle decisioni di monitorare e analizzare i virus HPAI a livello globale. La FAO fornisce inoltre aggiornamenti sui virus dell’influenza aviaria con potenziale zoonotico per incrementare i dati sulla malattia a livello globale e raccogliere informazioni da e per i paesi.
4. Sono necessari interventi globali e coordinati.
La salute di animali, esseri umani, piante e ambiente è interconnessa e interdipendente.
Per questo motivo la FAO collabora con l’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE), l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente e con autorità nazionali e regionali per prevenire, individuare e gestire i focolai di malattie zoonotiche, nonché formando veterinari sul campo e tecnici di laboratorio per rilevare e diagnosticare tempestivamente la malattia.
Contrastare il focolaio nel luogo in cui insorge può contribuire a prevenire la diffusione della malattia alle aziende agricole limitrofe, ad altri animali e all’uomo – anche al di là dei confini – e a scongiurare la reazione a catena che comporterebbe perdite economiche, insicurezza alimentare e il rincaro dei prezzi.
Il virus continua a diffondersi in tutto il mondo, di conseguenza è fondamentale investire nel monitoraggio e nelle capacità di diagnosi e intervento precoce per evitare perdite maggiori e conseguenze peggiori sulle nostre economie, sui nostri mezzi di sussistenza e sul nostro benessere.
Leggi online: https://www.fao.org/newsroom/story/four-reasons-why-avian-influenza-should-be-on-your-radar/it
Per saperne di più
Sito web: Domande frequenti sull’HPAI
Sito web: Influenza aviaria ad alta patogenicità
Sito web: La FAO e la salute animale
Ufficio Stampa FAO
Questa email è pubblicata dall’Ufficio Stampa dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO).