
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che l’attuale governo iraniano mostra segni evidenti di debolezza e potrebbe presto essere rovesciato. Parlando ai giornalisti, Netanyahu ha detto: “Possiamo sperare che in Iran si verifichino seri cambiamenti. Milioni di iraniani lo vedono, e questo non è il primo caso. Oggi hanno speranza. Capiscono che il regime è più debole di quanto pensassero”.
Il premier israeliano ha paragonato la situazione attuale a momenti storici come la caduta dell’Unione Sovietica e il possibile collasso del regime di Bashar al-Assad. Secondo Netanyahu, il malcontento popolare e l’instabilità interna in Iran potrebbero accelerare un cambio politico significativo.
Le dichiarazioni di Netanyahu arrivano mentre il conflitto tra Israele e Iran ha raggiunto un nuovo apice con lo scambio di attacchi militari. Israele ha lanciato l’Operazione Rising Lion tra il 13 e il 15 giugno, colpendo siti nucleari e obiettivi strategici iraniani. In risposta, l’Iran ha sferrato attacchi missilistici e con droni su diverse città israeliane, tra cui Tel Aviv, Gerusalemme, Haifa e Ashkelon.
L’agenzia iraniana Mehr ha riportato che l’IRGC, il corpo d’élite delle forze armate iraniane, ha impiegato decine di missili balistici e UAV contro obiettivi israeliani, mentre l’agenzia Tasmin ha confermato che nuovi lanci di missili sono in corso, senza però fornire dettagli sul numero.
Nel corso delle dichiarazioni, Netanyahu ha rivelato il terzo obiettivo dell’operazione israeliana: distruggere l’“asse del terrore”, oltre a fermare il programma nucleare e missilistico iraniano. “Abbiamo dato loro 60 giorni per trovare una soluzione diplomatica. L’ayatollah Khamenei ha risposto con minacce di distruzione. Ora vogliamo vedere risultati”, ha detto il premier.
Netanyahu ha anche sottolineato che Israele è pronto a utilizzare tutti i mezzi disponibili per garantire la propria sicurezza: “Se c’è un altro modo per eliminare le minacce, ben venga. Ma in passato abbiamo dato loro una possibilità. Ora siamo già sulla strada della vittoria, e il mondo lo sta capendo, anche in Iran”.