
I prezzi dell’oro sono aumentati nel corso delle contrattazioni odierne, avviandosi verso guadagni settimanali significativi. A sostenere la domanda del metallo prezioso sono stati i deboli dati economici statunitensi, che hanno rafforzato il ruolo dell’oro come bene rifugio, insieme al calo dell’indice del dollaro, che ha reso l’oro più accessibile per gli investitori stranieri.
Nel dettaglio, l’oro spot è salito dello 0,3%, raggiungendo quota 2.361,36 dollari l’oncia, con un incremento settimanale del 2,3%. Parallelamente, anche i future sull’oro statunitensi sono cresciuti della stessa percentuale, toccando i 2.384,40 dollari l’oncia.
Il calo dell’indice del dollaro, avviato verso una perdita settimanale, ha ulteriormente rafforzato l’attrattiva dell’oro, soprattutto per i detentori di valute diverse dal dollaro.
A pesare sul dollaro sono stati anche i nuovi dati sulle richieste di sussidio di disoccupazione negli Stati Uniti, che hanno toccato il livello più alto degli ultimi sette mesi, segnalando un possibile rallentamento dell’economia statunitense.
Nel comparto degli altri metalli preziosi, l’argento spot ha registrato un calo dell’1,2%, scendendo a 35,71 dollari l’oncia, pur mantenendosi vicino ai massimi degli ultimi 12 anni. Il platino è salito dello 0,3% a 1.034,34 dollari, mentre il palladio è rimasto stabile a 1.005,88 dollari. Tutti e tre i metalli sono comunque orientati verso guadagni settimanali.
