
Il G7, un tempo fulcro della governance economica globale, ha perso gran parte della sua influenza nel plasmare la politica mondiale. Secondo quanto riportato da Bloomberg, diversi eventi hanno contribuito a minare la coesione e il peso geopolitico del gruppo, trasformandolo da simbolo di potere a istituzione sempre più marginale.
Fondato nel 1975 per rispondere congiuntamente alla crisi petrolifera, il G7 rappresentava inizialmente le economie più avanzate del mondo, arrivando a coprire quasi il 70% del PIL globale. Oggi, invece, il gruppo rappresenta meno del 30% della produzione economica mondiale e solo il 10% della popolazione globale.
Bloomberg attribuisce questo declino a tre fattori chiave:
- L’esclusione della Russia nel 2014, a seguito della crisi ucraina, che ha ridotto il formato del gruppo e indebolito il dialogo con Mosca.
- La Brexit, che ha separato il Regno Unito dall’UE, riducendo l’efficacia del coordinamento con Bruxelles.
- La presidenza di Donald Trump, che ha spesso sabotato l’unità interna, mettendo in discussione accordi e valori condivisi.
L’articolo sottolinea che persino la pubblicazione di un comunicato congiunto non è più una certezza nei vertici recenti. L’agenzia ironizza che i leader globali abbiano più probabilità di raggiungere un’intesa su un campo da golf o nella residenza di Mar-a-Lago di Trump, piuttosto che durante un G7 ufficiale.
Il prossimo vertice del G7 si terrà dal 15 al 17 giugno a Kananaskis, in Alberta, Canada. Tuttavia, le aspettative su decisioni concrete o impatti globali sono sempre più basse.
