
(AGENPARL) – Thu 05 June 2025 COMUNICATO STAMPA n. 65/25
Lussemburgo, 5 giugno 2025
Conclusioni dell’avvocato generale nelle cause C-696/23 P | Pumpyanskiy/Consiglio, C-704/23 P |
Khudaverdyan/Consiglio, C-711/23 P | Rashnikov/Consiglio, C-35/24 P | Mazepin/Consiglio e C-111/24 P
| Khan/Consiglio
Congelamento di capitali: l’avvocata generale Medina ritiene che il criterio
di inserimento degli imprenditori di spicco negli elenchi relativi alle misure
restrittive, a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione
russa, sia legittimo
Il criterio d’inserimento g) 1 non richiede che il Consiglio dimostri l’esistenza di una condotta specifica della
persona inserita nell’elenco, in particolare in termini di influenza sul governo russo, né che provi l’esistenza di
un legame con il suo regime
Nel marzo del 2022 il Consiglio dell’Unione europea ha adottato misure restrittive, inserendo negli elenchi delle
sanzioni dell’Unione diversi imprenditori di spicco russi o legati alla Russia. Tali misure erano basate su atti del
Consiglio adottati nel 2014 e modificati nel febbraio del 2022, a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte delle
forze armate della Federazione russa. A seguito del loro inserimento negli elenchi nel 2022, cinque imprenditori 2
hanno proposto ricorso dinanzi al Tribunale, chiedendo l’annullamento delle misure del Consiglio che avevano
inserito il loro nome negli elenchi allegati alle stesse. Essi hanno contestato la legittimità delle sanzioni, deducendo
che il loro inserimento fosse ingiustificato.
Il Consiglio ha sostenuto, per ragioni analoghe in ciascuna causa, che le persone inserite negli elenchi esercitavano
funzioni dirigenziali o proprietarie in settori strategici dell’economia russa. Ha inoltre affermato che tali settori
costituivano una notevole fonte di reddito per il governo russo, che è responsabile dell’annessione della Crimea e
della destabilizzazione dell’Ucraina. Nel 2023 il Tribunale ha respinto 3 tutti i citati ricorsi. I sig.ri Pumpyanskiy,
Khudaverdyan, Rashnikov, Mazepin e Khan hanno proposto ricorsi distinti dinanzi alla Corte avverso queste cinque
sentenze.
Nelle sue conclusioni presentate in data odierna, l’avvocata generale Laila Medina propone alla Corte di
respingere le impugnazioni, nella parte in cui sono dirette a contestare l’interpretazione data dal Tribunale
al criterio d’inserimento g) e la sua valutazione della validità e dell’adeguatezza di tale criterio.
In tutte le cinque conclusioni, l’avvocata generale espone che il termine «imprenditori di spicco» contenuto in tale
criterio dovrebbe essere interpretato come riferito all’importanza dell’imprenditore di cui trattasi nel settore
economico nel quale opera e in cui è in grado di esercitare un’influenza. Tale termine non richiede la dimostrazione,
da parte del Consiglio, di una qualsivoglia influenza della persona di cui trattasi sul governo della Federazione russa,
né di un legame tra tale persona e il regime di tale paese.
Basandosi sul ragionamento svolto dal Tribunale, l’avvocata generale Medina osserva che esiste un rapporto
logico tra la scelta di colpire gli imprenditori di spicco che operano in settori economici che costituiscono
una notevole fonte di reddito per il governo russo e l’obiettivo delle misure restrittive. Infatti, l’imposizione di
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misure restrittive nei confronti degli imprenditori di spicco rende più difficile l’esercizio, da parte di questi ultimi,
delle loro attività, il che può nuocere all’economia russa e, pertanto, contribuisce ad aumentare i costi
dell’aggressione militare nei confronti dell’Ucraina. Ciò è vero anche in assenza di una specifica condotta della
persona inserita negli elenchi in termini di influenza sul governo russo. Inoltre, l’avvocata generale Medina ricorda
che l’adozione delle misure restrittive mira a fare pressione sul governo della Federazione russa, affinché ponga fine
all’aggressione della Russia in Ucraina, riducendo le risorse finanziarie disponibili.
Per quanto riguarda l’espressione «che operano in settori economici che costituiscono una notevole fonte di
reddito», anch’essa contenuta nel criterio g), l’avvocata generale Medina ritiene che l’interpretazione più corretta di
tali termini sia che la fonte di reddito deve essere un settore economico e non un singolo imprenditore, in quanto
tale disposizione collega la parola «reddito» a un governo nazionale, quale beneficiario dello stesso. Inoltre, se il
Consiglio avesse voluto che la notevole fonte di reddito provenisse da un imprenditore di spicco, l’espressione «che
operano in settori economici» sarebbe stata superflua, dato che tutti gli imprenditori, per definizione, operano in un
settore economico, direttamente o indirettamente.
L’avvocata generale Medina ritiene che il criterio di inserimento g) non debba essere dichiarato illegittimo, in quanto
le misure restrittive adottate nei confronti degli imprenditori di spicco non sono manifestamente inidonee rispetto
ai loro obiettivi, tenuto conto anche del contesto in cui tali misure sono state adottate e della particolare gravità
della situazione.
Per quanto riguarda l’impugnazione del sig. Khan, l’avvocata generale Medina ritiene che il Tribunale non abbia
commesso un errore di diritto non esaminando se il suo inserimento negli elenchi da parte del Consiglio in base al
criterio d) 4 fosse giustificato. Il Tribunale ha correttamente concluso che, se uno dei criteri alla base
dell’inserimento di una persona negli elenchi viene ritenuto giustificato, vale a dire il criterio g), non è
necessario esaminare anche le ragioni sottese a un criterio alternativo di inserimento, quale fondamento
della medesima decisione del Consiglio.
L’avvocata generale Medina non ha preso posizione sul resto dei motivi di impugnazione dedotti dai ricorrenti.
IMPORTANTE: Le conclusioni dell’avvocato generale non vincolano la Corte di giustizia. Il compito dell’avvocato
generale consiste nel proporre alla Corte, in piena indipendenza, una soluzione giuridica nella causa per la quale è
stato designato. I giudici della Corte cominciano adesso a deliberare in questa causa. La sentenza sarà pronunciata
in una data successiva.
IMPORTANTE: Avverso le sentenze o ordinanze del Tribunale può essere presentata impugnazione alla Corte di
giustizia, limitatamente alle questioni di diritto. In linea di principio, l’impugnazione non ha effetti sospensivi. Se essa
è ricevibile e fondata, la Corte annulla la decisione del Tribunale. Nel caso in cui la causa sia matura per essere
decisa, la Corte stessa può pronunciarsi definitivamente sulla controversia. In caso contrario, essa rinvia la causa al
Tribunale, che è vincolato alla decisione resa dalla Corte in sede d’impugnazione.
Documento non ufficiale ad uso degli organi d’informazione che non impegna la Corte di giustizia.
I testi integrali delle conclusioni (C-696/23 P, C-704/23 P, C-711/23 P, C-35/24 P e C-111/24 P) sono pubblicati sul sito
CURIA il giorno della lettura.
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V. l’articolo 2, paragrafo 1, lettera g), della Decisione 2014/145/PESC del Consiglio, del 17 marzo 2014, concernente misure restrittive relative ad
azioni che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina, nella versione modificata dalla Decisione
(PESC) 2022/329 del Consiglio, del 25 febbraio 2022 (in prosieguo: la «decisione 2014/145, come modificata»). Tale criterio riguarda gli imprenditori di
spicco oppure le persone giuridiche, le entità o gli organismi che operano in settori economici che costituiscono una notevole fonte di reddito per il
governo della Federazione russa.
Precisamente, Dmitry Arkadievich Mazepin, Dmitry Alexandrovich Pumpyanskiy, Tigran Khudaverdyan, Viktor Filippovich Rashnikov e German Khan.
Sentenze del Tribunale del 6 settembre 2023, Pumpyanskiy/Consiglio, T-270/22 (v. anche comunicato stampa n. 132/23); del 6 settembre 2023,
Khudaverdyan/Consiglio, T-335/22; del 13 settembre 2023, Rashnikov/Consiglio, T-305/22; dell’8 novembre 2023, Mazepin/Consiglio, T-282/22 (v.
anche comunicato stampa n. 166/23) e del 29 novembre 2023, Khan/Consiglio, T-333/22.
Articolo 2, paragrafo 1, lettera d), della decisione 2014/145, come modificata. Il criterio ivi contenuto ha ad oggetto, in particolare, le persone che
sostengono, materialmente o finanziariamente i decisori russi responsabili dell’annessione della Crimea o della destabilizzazione dell’Ucraina, ovvero
che traggono vantaggio dagli stessi.
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