
(AGENPARL) – Thu 05 June 2025 COMUNICATO STAMPA
Centroamerica. Un progetto contro l’abbandono dei bambini
laddove si alza più forte il loro grido
Un esempio di unità e vera cooperazione: si è concluso con successo (e fa già vedere i suoi frutti) il progetto
di Ai.Bi. Amici dei Bambini di prevenzione e contrasto all’abbandono infantile, finanziato dalla Commissione
per le Adozioni internazionali, in El Salvador, Honduras, Messico e Repubblica Dominicana
Mezzano di San Giuliano Milanese – 5 giugno 2025
Dopo 18 mesi, il progetto di capacity building e advocacy “Università delle buone prassi contro
l’abbandono in Centroamerica”, finanziato dalla CAI (Commissione Italiana per le adozioni
internazionali), si è concluso con quattro conferenze finali nei Paesi del Centroamerica sede delle
attività: El Salvador, Honduras, Messico e Repubblica Dominicana.
I quattro eventi di presentazione dei risultati del progetto, focalizzato sulla protezione dei bambini
a rischio abbandono, hanno visto partecipare i rappresentanti di Ai.Bi. Amici dei Bambini, che ha
guidato la cordata, insieme a quelli delle altre realtà che hanno condiviso il percorso: Soleterre
Onlus, SOS Bambino, Istituto Don Calabria e l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Durante gli incontri finali sono state condivise le buone prassi emerse a livello internazionale per
contribuire a rafforzare le competenze dei funzionari e degli operatori che ogni giorno lavorano al
servizio dell’infanzia più vulnerabile.
La forza della condivisione
Il progetto è durato 18 mesi, ma sicuramente nel 2025, iniziato con le chiusure
dell’amministrazione Trump verso le tematiche migratorie e le ripercussioni sullo scenario politico
centro e sudamericano, la situazione, per certi aspetti già drammatica, si è complicata
ulteriormente. Tuttavia, i partecipanti alle attività di progetto hanno reagito con coesione e spirito
di abnegazione, mettendo immediatamente a frutto le conoscenze e le nuove capacità acquisite
durante l’ultimo anno e mezzo.
Il progetto, strutturato nelle tre macro attività di ricerca accademica, formazione professionale e
creazione di tavole di lavoro, si è rivelato un contributo davvero prezioso: oltre alla massiccia
quantità di dati emersi dagli studi condotti sul campo e messi a disposizione dalle università locali,
e ai contributi dei formatori internazionali intervenuti online e in presenza, il reale valore aggiunto
del progetto è stato la diffusione di una metodologia di lavoro innovativa, basata
sull’individuazione delle buone prassi e il loro adattamento a scenari in continuo mutamento.
Le premesse di un futuro di cooperazione
I partecipanti hanno colto appieno questo aspetto delle attività. Tra le tante occasioni di crescita e
condivisione emerse anche dopo la fine del progetto, spiccano la collaborazione accademica tra
l’Università di Tamaulipas, in Messico, e l’Università Nacional Autonoma de Honduras nel foro
internazionale sulla migrazione che si terrà il prossimo ottobre in Canada. La stessa Università
UNAH di Tegucigalpa ha inoltre promosso il corso di specializzazione sulla protezione dei minori a
rischio abbandono in Honduras, basato proprio sui risultati e le best practices emerse nel Paese
durante i mesi di ricerca e formazione.
Oltre a questi esempi di sostenibilità del progetto appena concluso, sono state elaborate oltre 12
raccomandazioni sulle tematiche di child protection e minori in transito che i gruppi di lavoro,
composti da funzionari pubblici delle quattro Autorità Centrali per l’infanzia e l’adolescenza e
rappresentanti di ONG locali e internazionali, presenteranno ai rispettivi Governi per migliorare, i
sistemi di tutela e accoglienza nei quattro paesi target, attraverso azioni concrete e attività di
advocacy basate su esperienze multidisciplinari e sui dati emersi dalla ricerca accademica.
Nonostante le molteplici sfide emerse durante l’implementazione di questo progetto, sia le
Università coinvolte, sia gli operatori e funzionari responsabili della child protection in Salvador,
Honduras, Messico e Repubblica Dominicana hanno dimostrato che la cooperazione
internazionale è ancora possibile nonostante i confini, le distanze, i fusi orari e tutte le
differenze. Anche in questi tempi così critici a livello politico internazionale, dove il mondo non
riesce ad accordarsi su nulla, Ai.Bi e tutte le organizzazioni coinvolte nel progetto sono riuscite a
promuovere un forte spirito di unità e di confronto in quattro Paesi dove purtroppo gli indici di
violenza e abbandono infantile sono ancora molto alti.
Ai.Bi. Amici dei Bambini – ETS
Ai.Bi. Amici dei Bambini è un movimento di famiglie che dal 1986 opera in Italia e in oltre 30 Paesi del
mondo (in Europa dell’Est, America, Africa e Asia) per dare a ogni bambino abbandonato una famiglia e
garantire il suo diritto a essere figlio. Ogni giorno, in tutto il mondo, Amici dei Bambini lotta per
combattere l’emergenza abbandono: una vera e propria emergenza umanitaria che, a differenza di fame,
malattia e guerre, presenti principalmente nei Paesi in via di sviluppo, è comune a tutti i Paesi del mondo
con dimensioni sempre più allarmanti. Secondo una stima basata su un report di Unicef di qualche anno fa,
sono almeno 200 milioni i bambini abbandonati nel mondo. In Italia, i minori “fuori famiglia” sono oltre
30mila. Amici dei Bambini interviene laddove si manifesta l’abbandono: negli orfanotrofi, negli istituti, nei
centri di assistenza… in tutte quelle realtà in cui l’assistenza permette loro di “sopravvivere”, ma non di
vivere pienamente, perché manca l’amore di una famiglia che faccia sentire davvero “figli”.
http://www.aibi.it
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Ufficio Stampa Ai.Bi. Amici dei Bambini
Francesco Elli