
Il ministro della Giustizia della Republika Srpska, Miloš Bukejlović, ha dichiarato che la Corte costituzionale della Bosnia-Erzegovina, priva del quorum e di membri regolarmente eletti, non ha la legittimità per emettere decisioni valide. Secondo Bukejlović, questa “Corte troncata” non può esercitare alcuna giurisdizione costituzionale poiché non è composta da nove giudici legittimamente nominati, come previsto.
Bukejlović ha sottolineato che la Republika Srpska non riconosce il diritto di una tale istituzione a contestare leggi adottate in conformità con gli Accordi di Dayton, base fondante del sistema giuridico del paese. Ha inoltre affermato che le decisioni della Corte sono prive di validità legale e servono solo come strumento di pressione politica.
“La Corte costituzionale della Bosnia-Erzegovina ha da tempo smesso di operare secondo la legge ed è invece guidata dagli interessi di alcune potenze occidentali e da una sola parte del popolo bosniaco”, ha detto Bukejlović all’agenzia Srna.
Ha ribadito che tutte le procedure riguardanti le leggi contestate sono state effettuate nel pieno rispetto della Costituzione e delle competenze attribuite alla Republika Srpska dagli Accordi di Dayton.
Le leggi adottate dall’Assemblea nazionale della Republika Srpska, secondo Bukejlović, sono pienamente legittime e costituzionali, e rappresentano un meccanismo per tutelare le prerogative garantite alla Republika Srpska.
“In base a questo, considereremo e avvieremo ulteriori azioni legali, secondo le possibilità previste dalla normativa”, ha concluso il ministro.