
(AGENPARL) – Fri 30 May 2025 MARIO CRESCI. THE GOLD OF TIME
Italian Cultural Institute of Los Angeles
1023 Hilgard Avenue, Los Angeles
curated by Francesca Fabiani
May 30 October 11, 2025
As a result of the collaboration between ICCD the Central Institute for
Cataloguing and Documentation in Rome and the Italian Cultural Institute
in Los Angeles, the photographic exhibition Mario Cresci. The Gold of Time,
curated by Francesca Fabiani, will open on May 30, 2025, at 1023 Hilgard
Avenue in Los Angeles. The project was funded through a grant by the
Directorate-General for Contemporary Creativity of the Italian Ministry of
Culture, aimed at promoting contemporary Italian photography abroad through
the network of Embassies, Consulates and Italian Cultural Institutes of the
Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation.
With this exhibition, we bring to Los Angeles not only the work of a great
master of Italian photography, but also a reflection on time, memory, and
the transformative power of the artistic gaze. Mario Cresci plays with
images from the past to reveal new meanings, showing that the archive is not
just a place of preservation, but a space for invention. Italian tradition
becomes a contemporary code. A powerful message in a city that has
consecrated image as both language and identity, said Emanuele Amendola,
Director of the Italian Cultural Institute.
It is a great satisfaction for us to promote abroad, through the
#ICCDOFFSITE initiative, a master of contemporary photography like Mario
Cresci, while also spreading awareness of the extraordinary photographic
heritage preserved by the ICCD. This renewed collaboration with the Italian
Cultural Institute represents a valuable opportunity to enhance this path of
research and to strengthen the dialogue with a particularly attentive and
engaged community such as that of Los Angeles, said Carlo Birrozzi,
Director of ICCD.
The exhibition presents the work created by Mario Cresci as part of the
ICCD/Artists in Residence program, which invites prominent photographers to
engage in a dialogue with the Institutes historical collections.
Revitalizing the layered meanings of the photographs housed at ICCD through
the lens of an artist is one of the most fruitful ways to awaken these vast
image archives (over eight million photographic items), bringing them into
the context of contemporary visual culture.
As Mario Cresci explains: Reality is not what we see, but rather what we
feel through the passage of timeand our feelings, in turn, shift with the
frequency and intensity of our lived experience, along with how we see and
think about the world.
The exhibition features a series of black-and-white prints that reinterpret
and rework, in a playful and experimental way, two historical photographic
collections from ICCD, both centered on the human figurea guiding thread in
Crescis research: the fin-de-siècle portraits of high society by Mario
Nunes Vais, and documentary photographs of Greco-Roman statuary.
As curator Francesca Fabiani explains, Through Crescis interrogative gaze,
these subjects become the starting point for a series of visual experiments
created by reworking, isolating, and repeating specific elements from the
photographs, all while respecting the original author’s intent. Crescis
approach to photography is comprehensive: his interest in the author, in
history, technique, subject, and the photographic object itself is paired
with a vision of photography as a language of signs, a visual grammar, a
perceptual experience. He has always conceived photography as an expressive
form integrated with contemporary art, centering his research on a critical
and self-reflective investigation of photographic language. And yet this
approach has never kept him from engaging with the everyday, nor from
questioning the role of the artista role he has sought to redefine and
update in its social dimension, aimed at restoring a sense of civic
intelligence.
Certain choices made by Cresci in the development of the worksuch as using
inventory numbers instead of captions or including the black border of the
negative in the final presentation of the imagesrefer to the concept of the
archive, reminding us that even the physical placement of photographic
objects, in their wandering fate over time, deserves to be observed with
care and insight.
The title of the exhibition itself is a reflection on time, inspired by the
phrase chosen by André Breton as his epitaph: Je cherche l’or du temps (I
seek the gold of time). It is a declaration of intentthe tireless search
for what is precious and incorruptible, like gold, that endures through the
flow of time.
Designed by Etaoin Shrdlu Studio, the exhibition is accompanied by a
limited-edition artists book, published by Postcart in numbered copies
For more information on how to attend the opening and visit the exhibition,
the event page.
Mario Cresci’s photographic work was produced during the ICCD/Artists in
Residence program. For further information, please refer to the virtual
archive of the photographic collection acquired and published by ICCD on the
Italian Ministry of Cultures Photographic Collections website:
Mario Cresci is represented by Materia Gallery in Rome and Large Glass
Gallery in London.
MARIO CRESCI. LORO DEL TEMPO
Istituto Italiano di Cultura a Los Angeles
Los Angeles, 1023 di Hilgard Avenue
a cura di Francesca Fabiani
30 Maggio – 11 Ottobre 2025
Frutto della collaborazione tra lICCD – Istituto Centrale per il Catalogo e
la Documentazione di Roma e lIstituto Italiano di Cultura a Los Angeles, il
30 maggio 2025 si inaugura a Los Angeles, in 1023 di Hilgard Avenue, la
mostra fotografica Mario Cresci. Loro del tempo, a cura di Francesca
Fabiani. Il progetto è stato finanziato tramite un bando promosso dalla
Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura per
valorizzare la fotografia italiana contemporanea nel mondo tramite la rete
Diplomatico-Consolare e degli Istituti Italiani di Cultura del Ministero
degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
«Con questa mostra portiamo a Los Angeles non solo lopera di un grande
maestro della fotografia italiana, ma anche una riflessione sul tempo, sulla
memoria e sul potere trasformativo dello sguardo artistico. Mario Cresci
gioca con le immagini del passato per rivelarne nuovi sensi, dimostrando
come larchivio non sia solo conservazione, ma terreno di invenzione. La
tradizione italiana diventa codice contemporaneo. Un messaggio potente, in
una città che dellimmagine ha fatto linguaggio e identità», afferma il
Direttore dellIstituto Italiano di Cultura Emanuele Amendola.
«È una grande soddisfazione per noi poter promuovere allestero attraverso
la formula #ICCDOFFSITE un grande maestro della fotografia contemporanea
come Mario Cresci e allo stesso tempo diffondere la conoscenza
dellincredibile patrimonio fotografico che lICCD conserva. La
collaborazione rinnovata con lIstituto Italiano di Cultura rappresenta
unimportante occasione per valorizzare questo percorso di ricerca e
rafforzare il dialogo con una comunità particolarmente attenta e partecipe
come quella di Los Angeles», dichiara Carlo Birrozzi, Direttore ICCD.
La mostra presenta il lavoro realizzato da Mario Cresci nellambito del
programma ICCD/Artisti in residenza che prevede il coinvolgimento di grandi
fotografi chiamati a dialogare con le collezioni storiche dellIstituto.
Riattivare i significati stratificati delle fotografie conservate in ICCD
attraverso uno sguardo dautore è una delle più fruttuose modalità per
risvegliare questi immensi depositi di immagini (oltre otto milioni di
fototipi) ricollocandoli nella contemporaneità.
Per Mario Cresci: «La realtà non è ciò che vediamo quanto piuttosto quello
che sentiamo nel trascorrere del tempo e il sentire a sua volta muta con la
frequenza e lintensità del nostro vissuto insieme al modo di vedere e di
pensare il mondo».
Il lavoro presenta una serie di stampe in bianco e nero che interpretano e
rielaborano in chiave ludica e sperimentale due nuclei fotografici storici
dellICCD accomunati dalla centralità della figura umana, filo conduttore di
questa ricerca: i ritratti del bel mondo fin de siècle di Mario Nunes Vais e
le fotografie di documentazione di statuaria greco-romana.
Come spiega la curatrice Francesca Fabiani, «attraverso lo sguardo
interrogativo di Cresci questi soggetti diventano pretesto per una serie di
sperimentazioni visive ottenute rielaborando, isolando e reiterando alcuni
particolari delle fotografie, pur nel rispetto dellautore che le pensò in
origine. Lapproccio di Cresci alla fotografia è infatti globale:
linteresse per lautore, per la storia, per la tecnica, per il soggetto e
per loggetto fotografico si sommano a quello per la fotografia intesa come
linguaggio di segni, grammatica visiva, esperienza percettiva. Cresci ha
sempre concepito la fotografia come forma espressiva integrata alle arti
contemporanee, ponendo al centro della ricerca lindagine critica e
autoriflessiva sul linguaggio fotografico. Un approccio che tuttavia non lo
ha mai distolto dal misurarsi con il quotidiano e dallinterrogarsi sul
ruolo dellartista, che egli ha inteso ridefinire e attualizzare nella sua
dimensione sociale, tesa al recupero di una intelligenza civile».
Alcune scelte operate dal fotografo nellelaborazione del lavoro come i
numeri di inventario al posto delle didascalie o linclusione del bordo nero
del negativo nella restituzione finale delle opere rimandano al concetto
di archivio e ci ricordano che anche la collocazione fisica degli oggetti
fotografici, nel loro destino errante nel corso del tempo, merita di essere
osservata con intelligenza.
E proprio al tempo rimanda il titolo del lavoro, che riprende la frase
scelta da André Breton come epitaffio della propria tomba, Je cherche l’or
du temps. Una dichiarazione di intenti: linstancabile ricerca di ciò che
di prezioso e incorruttibile persiste nel fluire del tempo, come loro.
La mostra, con grafica e progetto di allestimento di Etaoin Shrdlu Studio, è
accompagnata da un libro dartista, in copie numerate e firmate dallautore,
a tiratura limitata, edito da Postcart
Per maggiori informazioni sulle modalità di partecipazione allinaugurazione
e di visita alla mostra si rimanda alla pagina dedicata all
evento.
Il lavoro fotografico di Mario Cresci è stato realizzato nellambito del
programma ICCD/Artisti in residenza. Per maggiori informazioni, si rimanda
allarchivio virtuale fondo fotografico che lICCD ha acquisito e pubblicato
sul portale delle Raccolte fotografiche del Ministero della Cultura
italiana:
Mario Cresci è rappresentato dalla Galleria Matèria di Roma e dalla Large
Glass Gallery di Londra.
Serena Camozzo
Communications and events
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T. 310-443-3250
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