
La Cina ha presentato un sistema pionieristico di intelligenza artificiale capace di distinguere tra vere e finte testate nucleari, segnando una svolta globale nella verifica del controllo degli armamenti. La tecnologia, sviluppata dal China Institute of Atomic Energy (CIAE), è la prima al mondo a impiegare l’IA per la supervisione delle testate nucleari, secondo quanto riportato dal South China Morning Post.
Il sistema utilizza un algoritmo di deep learning basato su un protocollo crittografico noto come “Verification Technical Scheme for Deep Learning Algorithm Based on Interactive Zero Knowledge Protocol”. Questo consente di verificare l’autenticità delle testate senza rivelarne i dettagli di progettazione, superando così uno dei principali ostacoli ai negoziati sul disarmo: la protezione dei segreti militari.
Attraverso simulazioni di Monte Carlo, gli scienziati hanno generato milioni di componenti virtuali, addestrando la rete neurale su modelli di flusso di neutroni. Un muro di polietilene perforato protegge la testata reale, confondendo i segnali emessi e impedendo all’IA di apprendere dettagli classificati.
Il sistema è progettato per impedire qualsiasi fuga di informazioni, e l’IA può essere codificata, addestrata e verificata congiuntamente da ispettori e autorità nazionali, aumentando la trasparenza e riducendo il rischio di manipolazioni.
Nonostante il successo tecnico, il progetto cinese affronta ancora due sfide: ottenere il consenso dei vertici militari interni e convincere altri Paesi – soprattutto gli Stati Uniti – a fidarsi del nuovo sistema, superando i metodi della Guerra Fredda.
La rivelazione arriva in un momento critico, con i colloqui sul disarmo tra Pechino e Washington bloccati. La Cina, che possiede circa 600 testate nucleari rispetto alle 3.748 statunitensi, ha più volte rifiutato negoziati bilaterali finché non sarà riconosciuta l’asimmetria degli arsenali.
Il progetto alimenta il dibattito globale sul ruolo dell’IA nella gestione delle armi di distruzione di massa, in un contesto in cui l’intelligenza artificiale è sempre più impiegata nelle infrastrutture militari avanzate, nonostante il divieto congiunto sino-americano di usarla per autorizzare lanci nucleari.
