
Il Presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, ha dichiarato da Mosca che la leadership della Republika Srpska ha il diritto e il dovere di difendersi se messa alle strette o sottoposta a ingiustizie istituzionali. Le sue parole arrivano in vista della seduta del Consiglio d’appello prevista per il 12 giugno, relativa al procedimento giudiziario nei suoi confronti.
“Se qualcuno ci costringe e ci spinge all’angolo, o cerca di costruire una legge sull’ingiustizia, abbiamo il dovere di difenderci,” ha affermato Dodik.
Accusa di persecuzione politica
Dodik ha definito il processo una chiara forma di persecuzione politica, sostenendo che la Republika Srpska non riconosce la legittimità della Corte e della Procura della Bosnia-Erzegovina:
“Questo è lo stesso tribunale del primo grado. Si vantano del sistema di elezione dei giudici, ma non riescono nemmeno a controllare la selezione dei bosniaci nei procedimenti,” ha dichiarato.
Ha inoltre accusato l’ex ambasciatore americano di aver interferito nel procedimento, sostenendo che le pressioni esterne continuano a compromettere la giustizia e la stabilità istituzionale.
Pronte decisioni forti
Dodik ha lasciato intendere che, qualora la Corte confermasse la sentenza, la Republika Srpska si troverebbe in una situazione politica drammatica, e la leadership reagirà con fermezza:
“Se la Corte conferma tutto, ci rivolgeremo alle istituzioni della Republika Srpska e prenderemo decisioni che non piaceranno a molti,” ha avvertito.
Concludendo, Dodik ha ribadito che la difesa dei diritti e della legittimità della Republika Srpska è una priorità assoluta, sottolineando che qualsiasi tentativo di imporre decisioni giudiziarie ritenute ingiuste sarà fermamente contrastato.