
(AGENPARL) – Tue 27 May 2025 Oggetto: Premiato a Copenhagen uno studio Unimore sull’impatto degli ftalati nello sviluppo genitale dei bambini
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COMUNICATO STAMPA
Tra i vincitori dei Poster Award al recente Joint Congress of ESPE and ESE 2025 di Copenhagen, che ha visto la partecipazione di oltre 8mila endocrinologi pediatri e dell’adulto con più di mille contributi scientifici presentati, c’è lo studio condotto dal gruppo di lavoro del Prof. Lorenzo Iughetti del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Materno-Infantili e dell’Adulto di Unimore insieme al gruppo della Prof.ssa Elena Righi del Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze e brillantemente illustrato dalla dr.ssa Laura Lucaccioni.
I risultati ottenuti e presentati evidenziano come l’esposizione a inquinanti ambientali possa causare alterazioni nelle misure genitali durante i primi tre anni di vita, che possono influenzare lo sviluppo sessuale e la fertilità più avanti nel tempo. Gli ftalati sono un ampio gruppo di sostanze chimiche prodotte dall’uomo e ampiamente utilizzate nei prodotti di consumo quotidiano, come i detergenti per la casa, gli imballaggi alimentari, i giocattoli, i cosmetici e i prodotti per la cura personale.
Queste sostanze chimiche possono interferire con gli ormoni naturali del nostro corpo (perciò definiti endocrine disruptors: EDC) e possono avere effetti dannosi per la salute, compreso lo sviluppo sessuale nei bambini. Ad esempio, è stato dimostrato che i ragazzi/e esposti agli ftalati precocemente sviluppano alterazioni che possono portare all’infertilità.
In questo studio, i ricercatori Unimore hanno preso in esame campioni di 188 bambini – alla nascita, a 3 mesi, a 6 mesi e a 3 anni – e delle loro madri, dopo il parto e quando i loro figli hanno compiuto 3 anni. Hanno analizzato questi campioni per 8 principali metaboliti degli ftalati e hanno scoperto che tutti erano rilevabili in ogni campione nelle madri e nei bambini, aumentando progressivamente con il passare del tempo. Di fatto, la maggior parte dei bambini e delle loro madri superava la soglia di rischio per l’esposizione agli ftalati.