
(AGENPARL) – Mon 26 May 2025 Ramelli, Barbera (Prc): “No alla strumentalizzazione della memoria. Giusto
non intitolare una scuola”
“Giusta la scelta del sindaco Beppe Sala di non accogliere la richiesta,
avanzata da esponenti della destra di governo, di intitolare una scuola.
Una decisione responsabile, che tutela il valore della memoria storica e
protegge la scuola e lo spazio pubblico da una pericolosa operazione di
revisionismo. La morte di Ramelli fu un episodio tragico, figlio di una
stagione di violenze politiche che ha segnato profondamente la nostra
storia. Come abbiamo sempre fatto, condanniamo senza ambiguità
quell’omicidio, che nulla aveva a che fare con i valori della sinistra e
del movimento operaio. Ma la legittimità di una intitolazione non si basa
sulla tragedia individuale, bensì sul significato pubblico e condiviso
della figura cui si rende omaggio. In questo senso,ricordare il contesto
storico è indispensabile. La Milano degli anni ’70 era attraversata da
profonde tensioni sociali e politiche. In quegli anni, il centro della
città – in particolare Piazza San Babila – era diventato un punto di
riferimento dell’estrema destra neofascista, con vere e proprie occupazioni
simboliche del territorio, aggressioni, spedizioni punitive contro
studenti, militanti di sinistra, operai e immigrati. I “sanbabilini” non
erano semplici giovani con idee diverse: erano parte attiva di un clima di
intimidazione e violenza che faceva eco alla strategia della tensione. Il
Fronte della Gioventù, di cui Ramelli faceva parte, non fu estraneo a quel
clima. Intitolare una scuola o una via al suo nome significherebbe, oggi,
ignorare o minimizzare quel contesto. Sarebbe un errore grave. Il rispetto
per le vittime va sempre garantito, ma non può diventare strumento di
legittimazione di una parte politica che ha osteggiato la democrazia nata
dalla Resistenza. Le intitolazioni devono esprimere valori educativi,
antifascisti, inclusivi. La destra che oggi pretende intitolazioni
pubbliche a Sergio Ramelli non è spinta da un rispetto universale per tutte
le vittime della violenza politica di quegli anni. Al contrario, si muove
con evidenti intenti di rivincita ideologica. È l’erede diretta di quel
Movimento Sociale Italiano che non ha mai fatto i conti con la propria
storia e con la propria matrice ideologica e che oggi cerca, attraverso la
memoria selettiva e la forzatura simbolica, di riscrivere la storia della
Repubblica da un punto di vista capovolto. Una storia in cui le vittime
diventano eroi a prescindere, purché appartengano alla “loro” parte, e in
cui si tenta di equiparare fascismo e antifascismo per cancellarne le
differenze sostanziali. Per questo diciamo con fermezza: nessuna via,
nessuna scuola può essere intitolata a Ramelli, nè a Milano, né altrove.
Tali proposte non hanno nulla a che fare con il rispetto per una vittima,
ma rappresentano solo una bandiera ideologica di una destra che non vuole
fare i conti con la sua storia”.
Lo dichiara Giovanni Barbera della Direzione nazionale di Rifondazione
Comunista.