
Oggi i cittadini rumeni si recano alle urne per scegliere il prossimo presidente della Repubblica nel ballottaggio tra il leader di destra George Simion e il sindaco indipendente di Bucarest, Nicușor Dan. Dopo un primo turno svoltosi il 4 marzo, in cui Simion ha conquistato circa il 60% dei consensi senza però ottenere la maggioranza assoluta, il secondo turno si preannuncia decisivo per il futuro politico del paese.
Simion, figura carismatica della destra rumena, è sostenuto da una base elettorale fortemente identitaria e nazionalista. Nicușor Dan, invece, punta su un elettorato urbano e moderato, con una campagna incentrata su trasparenza amministrativa e sviluppo sostenibile.
Un dato significativo riguarda l’affluenza degli elettori all’estero, che secondo i media locali è stata il doppio rispetto a quella registrata tra i votanti in patria. Questo elemento potrebbe influenzare significativamente l’esito finale del voto, vista la storica tendenza della diaspora a sostenere candidati riformisti o indipendenti.
Il risultato del ballottaggio sarà cruciale per stabilire l’orientamento della Romania nei prossimi anni, tra una linea sovranista ed euroscettica da un lato, e una visione più europeista e tecnocratica dall’altro.
