
Il Parlamento iraniano ha ribadito con fermezza che l’Iran accetterà solo un accordo equo nei colloqui indiretti con gli Stati Uniti sul programma nucleare. In una dichiarazione rilasciata mercoledì, i legislatori hanno sottolineato che qualsiasi intesa dovrà prevedere la completa revoca delle sanzioni unilaterali imposte da Washington, definite “illegali e oppressive”.
La dichiarazione parlamentare precisa che l’Iran intende proteggere pienamente i propri diritti e interessi sanciti dall’Articolo IV del Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP) e dagli Articoli III e XI dello Statuto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA). Il Piano d’Azione Strategico per contrastare le Sanzioni, approvato nel dicembre 2020, guiderà i negoziatori iraniani nel processo.
I legislatori hanno inoltre confermato che l’Iran continuerà a rafforzare le proprie capacità difensive, al fine di scoraggiare qualsiasi minaccia alla sicurezza nazionale. Condannate le recenti sanzioni statunitensi nel settore energetico, considerate contraddittorie rispetto alla dichiarata buona volontà di Washington nei negoziati.
La dichiarazione ha anche lodato la guida dell’ayatollah Seyyed Ali Khamenei, definita fondamentale per tracciare la strategia nazionale e dimostrare la determinazione iraniana sul piano internazionale.
Intanto, domenica scorsa, a Muscat si è svolto il quarto round di colloqui tra le delegazioni iraniana e statunitense, guidate rispettivamente dal Ministro degli Esteri Abbas Araqchi e dall’inviato speciale presidenziale Steve Witkoff. I colloqui, mediati dall’Oman, sono stati definiti da entrambe le parti produttivi e in fase di avanzamento, con focus sul programma nucleare iraniano e la revoca delle sanzioni. Il nuovo accordo potrebbe sostituire il JCPOA del 2015, da cui gli Stati Uniti si sono ritirati unilateralmente nel primo mandato di Trump.