
Il presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, ha respinto con forza le accuse di isolamento internazionale, sottolineando che solo negli ultimi giorni ha incontrato i leader di 15 Paesi, e annunciando altri due importanti colloqui diplomatici previsti entro la fine del mese.
In un intervento durante una sessione straordinaria dell’Assemblea Nazionale, Dodik ha dichiarato che “non è la Republika Srpska a essere isolata, ma l’ex ambasciatore americano in Bosnia-Erzegovina, Michael Murphy”. Il riferimento è legato alle pressioni attribuite a Murphy per bloccare le emissioni obbligazionarie delle banche operanti in Republika Srpska. “Nonostante le minacce, abbiamo emesso 50 milioni e le banche ne hanno offerte 120: questo è un chiaro segnale di fiducia, soprattutto da parte delle banche dell’UE con sede qui”, ha affermato.
La disputa costituzionale e il ruolo della Presidenza
Dodik ha criticato il funzionamento delle istituzioni statali centrali, sostenendo che la Costituzione della Bosnia-Erzegovina non definisce la Bosnia come uno Stato centralizzato e ribadendo che molte delle attuali dinamiche istituzionali violano lo spirito dell’accordo di Dayton.
“La politica estera è fallita perché le decisioni vengono prese senza consenso. Il ministro Konaković non fa altro che attaccare la Republika Srpska”, ha denunciato, spiegando anche i motivi dell’abbandono dell’alleanza con la “troika”.
Focus sull’Europa e la legittimità interna
Parlando del percorso europeo della Bosnia-Erzegovina, Dodik ha invitato alla cautela, sottolineando che “l’UE stessa non è pronta per nuovi allargamenti, fintanto che non avrà riformato i propri meccanismi decisionali interni”.
Ha poi rilanciato critiche all’Unione Europea: “Dove sono finiti gli scandali sui vaccini e su Ursula von der Leyen? L’Europa dovrebbe guardarsi allo specchio prima di giudicarci”.
Difesa dell’ordine costituzionale
Dodik ha inoltre avvertito che “alcuni stanno forzando un cambiamento nell’ordine costituzionale della Republika Srpska”, e ha ribadito il diritto di veto delle entità sui temi militari e strategici, in risposta a recenti dichiarazioni di Bakir Izetbegović.
“Chi pensa di poter creare uno Stato centralizzato senza di noi si sbaglia. La Bosnia-Erzegovina non è superiore alla Republika Srpska”, ha insistito Dodik, ribadendo che non cerca lo scontro, ma “si difende”.
Infine, il leader serbo-bosniaco ha chiarito che la sessione straordinaria dell’Assemblea non è finalizzata a regolamenti di conti politici con l’opposizione, ma rappresenta una difesa degli interessi vitali della Srpska dopo la decisione controversa della Presidenza della Bosnia-Erzegovina del 12 maggio, che secondo lui è stata adottata senza consenso e ha danneggiato gravemente l’entità serba.