
(AGENPARL) – Tue 13 May 2025 Cia Matera e Oprol: agricoltori ed olivicoltori di Matera e del Materano
sono allarmati
Anche se sinora l’Ufficio Fitosanitario della Regione Basilicata non ha
rilevato la presenza del batterio *Xylella* nelle nostre aziende olivicole,
agricoltori ed olivicoltori di Matera e del Materano sono allarmati e
continuano a registrare scarso interesse da parte della politica e delle
istituzioni, ad eccezione del Comune di Ferrandina che si sta dimostrando
molto attivo sulla problematica.
Cia Matera (Cosimo Gaudiano) e Oprol (Paolo Colonna) a pochi giorni dal
convegno di Ferrandina – Xylella alle porte della Basilicata:
aggiornamento di un quadro complesso – rilanciano l’attenzione.
Per Cosimo Gaudiano (Cia) la novità è data dall’ingresso di due nuove
sottospecie del batterio *Xylella*. Oltre alla sottospecie *pauca*, già
presente in Salento, si tratta della sottospecie *multiplex* e della
sottospecie *fastidiosa*. All’apparenza solo una questione di biologia, le
tre sottospecie equivalgono a tre patogeni differenti che colpiscono
colture diverse, complicando ulteriormente il quadro finora esistente e
rendendo necessario il continuo aggiornamento dei regolamenti applicativi.
La “*fastidiosa*” rappresenta la famosa Malattia di Pierce della vite,
rendendone problematica la coltivazione in molte aree della California.
Essa è confinata nell’area sud barese ed è in corso un tentativo di
eradicazione del patogeno da parte della regione Puglia. Mentre risulta più
vicina al confine con la Basilicata la sottospecie “*multiplex*”. Essa
colpisce i mandorli e altri alberi da frutto come albicocchi e peschi ed è
in corso un ulteriore monitoraggio nelle aree materane limitrofe. La
problematica – dice Gaudiano – potrebbe coinvolgere, in futuro, anche
colture ed economie che finora non sono state toccate da questo organismo
alieno.
Per Paolo Colonna (Oprol) per l’ennesima volta la Basilicata e la provincia
di Matera, con i suoi agricoltori, gli olivicoltori e le sue istituzioni, è
chiamata ad un ruolo fondamentale in uno scacchiere di economia e paesaggio
come quello dell’olivicoltura meridionale e, più in generale, della
agricoltura mediterranea. OPROL si è dimostrata in prima linea
nell’affrontare risolutamente la problematica e, a detta di molti, l’unico
soggetto che ha il coraggio di parlarne in Basilicata.
Siamo la cerniera geografica per l’intera olivicoltura meridionale. Occorre
tenere alta la guardia e occorre sinergia con la vicina regione Puglia, la
quale ha già accumulato esperienza ormai decennale nel settore. Evitare gli
errori fatti nel passato come la diffusione di notizie false ed affidarsi
totalmente alle buone pratiche agronomiche, da sempre applicate nei nostri
oliveti, e affidarsi agli strumenti di monitoraggio e lotta fitosanitaria
messi a nostra disposizione da parte del mondo della ricerca scientifica.
Solo così riusciremo a limitare i danni di una eventuale alla diffusione di
questa patologia nei territori lucani.
Investire tanto nella ricerca per continuare a riconoscere cultivar di
olivo tolleranti, tra quelle tradizionalmente diffuse nel territorio
Lucano, o costituirne di nuove che abbiano cultivar tradizionali nella loro
base genetica.
L’eccellenza dell’olio extravergine “made in Italy” – conclude Colonna –