
In occasione delle celebrazioni per il Giorno della Vittoria, il presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, ha pubblicato un duro commento sui social media, criticando apertamente la delegazione dell’Unione Europea in Bosnia-Erzegovina e accusando Sarajevo di ignorare consapevolmente la memoria della vittoria contro il nazifascismo.
“Se l’ambasciatore dell’UE in Bosnia-Erzegovina, Luigi Sorecca, volesse davvero condividere i valori europei, forse dovrebbe notare che a Sarajevo non si celebra il Giorno della Vittoria”, ha scritto Dodik sul suo profilo X (ex Twitter). “E non lo dice. Perché? Perché non si può celebrare ciò che intimamente si percepisce come una sconfitta”.
Dodik ha poi accusato alcune componenti storiche bosniache di aver partecipato al fianco della Germania nazista. “Non è facile celebrare la caduta di Hitler quando hai formato l’unica divisione musulmana all’interno del suo esercito: la Handžar. Non è facile celebrare la fine del fascismo quando i tuoi antenati hanno marciato sotto la sua bandiera”, ha proseguito il leader serbo-bosniaco.
Nel suo messaggio, Dodik ha sottolineato che il tentativo di riscrivere la storia rappresenta, a suo avviso, una minaccia concreta alla libertà e alla verità storica. “Riscrivere la storia è il preludio alla privazione della libertà”, ha affermato.
Infine, ha lanciato un monito a Bruxelles: “Se Sorecca o qualsiasi altro europeo pensa di poterci dire dove saremo il 9 maggio, allora non sa nulla di noi. Il Giorno della Vittoria non è una prova di fedeltà alle potenze contemporanee, ma un confronto con il proprio passato. Alcuni popoli possono ricordarlo con orgoglio. Altri, invece, preferiscono fingere di non esserci mai stati”.
Le dichiarazioni di Dodik arrivano in un momento già teso nei rapporti tra la Republika Srpska e l’UE, confermando ancora una volta l’intento del leader di mantenere una linea dura e revisionista sulle narrazioni storiche e geopolitiche dominanti in Europa.