
(AGENPARL) – Fri 09 May 2025 *COMUNICATO STAMPA*
*Peste suina: Cia, subito risorse adeguate ad allevamenti per coprire danni
e aiutare riaperture*
*Fondi destinati finora a emergenza apprezzabili, ma non sufficienti.
Necessario rafforzare sorveglianza, biosicurezza e contenimento
*
Roma, 9 mag – Subito risorse finanziare adeguate per affrontare la peste
suina africana. Le sollecita Cia-Agricoltori Italiani, spiegando che i
fondi destinati finora, seppur apprezzabili, si sono rivelati insufficienti
per coprire i danni subiti dagli allevamenti e attuare un vero e proprio
piano di rientro. E ora il rischio è che troppe aziende restino chiuse per
sempre.
La PSA è una delle più gravi emergenze sanitarie che ha colpito
il settore zootecnico, con 53 focolai negli stabilimenti nazionali,
soprattutto in Nord Italia, di cui 24 in Lombardia, che da sola conta più
del 50% del totale degli allevamenti suinicoli tricolori.
“Non possiamo permetterci di perdere altre aziende -spiega il
presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini-. L’agricoltura sta pagando un
prezzo altissimo e troppe imprese rischiano di non riprendersi mai più. Le
risorse allocate fino a questo momento, purtroppo, sono ben lontane da
quelle necessarie a garantire un piano di risanamento che consenta la
riapertura degli allevamenti, la protezione delle filiere e la sicurezza
alimentare”.
A più di due anni dal primo focolaio di peste suina, infatti,
molte aziende sono ancora chiuse a causa delle restrizioni sanitarie
tuttora in vigore. Inoltre, i focolai che seguitano a registrarsi tra i
cinghiali, nonostante gli sforzi profusi, continuano a provocare perdite
economiche enormi e a compromettere il reddito degli allevatori.
Cia chiede, pertanto, un intervento mirato e immediato da parte
delle istituzioni per assicurare risorse adeguate che possano supportare
gli allevatori nella gestione dei danni e nella ripresa delle attività.
Nelle regioni maggiormente colpite, persistono ancora gravi criticità
legate al monitoraggio della malattia e al recupero delle carcasse infette.
In più, ora arriva anche la stagione riproduttiva dei cinghiali. Ecco
perché, per la Confederazione, è fondamentale rafforzare i sistemi di
sorveglianza, di biosicurezza e di contenimento, per evitare una nuova
espansione del contagio e proteggere il comparto suinicolo da ulteriori
danni.
“È in gioco tutto il settore, 26 mila aziende e un valore di oltre 13
miliardi di euro tra produzione e industria -osserva il presidente Fini-.
Per questo, serve una risposta rapida e forte, che non solo affronti
l’emergenza sanitaria, ma che dia anche un segnale di fiducia a chi,
nonostante le difficoltà, continua a credere nel futuro della propria
attività”.
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*Settore Comunicazione e Immagine *| Cia-Agricoltori Italiani
sito web http://www.cia.it
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