
(AGENPARL) – Thu 08 May 2025 NONUMENTO. Farmacologia per i problemi della memoria
Conferenza di Andrea Pinotti introdotta da Maurizio Guerri
a cura di Carmen Lorenzetti
Venerdì 16 maggio 2025, ore 15
Accademia di Belle Arti di Bologna, Aula Magna
Render di un monumento in realtà aumentata realizzato da Movers & Shakers NYC
e dedicato al generale Toussaint Louverture a Columbus Circle.
Venerdì 16 maggio alle ore 15, l’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna ospita NONUMENTO. Farmacologia per i problemi della memoria, conferenza di Andrea Pinotti introdotta da Maurizio Guerri, a cura di Carmen Lorenzetti.
Affidiamo le nostre memorie ai monumenti perché le conservino per noi. Così possiamo permetterci di dimenticarle. È questo il paradosso che affligge il memoriale: costruito come dispositivo di rammemorazione, si ribalta nel suo contrario, e diventa macchina di oblio. Un ribaltamento che i monumenti condividono con tutte le strategie di iscrizione di una traccia, a partire dalla scrittura.
L’arte monumentale contemporanea si è ingegnata per trovare una terapia a questa patologia. A partire dagli anni Sessanta si è formato un movimento eterogeneo, spesso radicale e non di rado contraddittorio, di artisti coinvolti nella progettazione di “contromonumenti” o “antimonumenti”: congegni che per via negativa ci interrogano nel profondo del nostro rapporto paradossale con la memoria e l’oblio.
Rifacendosi liberamente ai non-uments di Gordon Matta-Clark, possiamo raccogliere questi oggetti memoriali sotto il termine di “nonumenti” e tentarne una grammatica e una tipologia, senza trascurare le possibilità offerte oggi dalle nuove tecnologie digitali: Realtà Virtuale, Realtà Aumentata e Intelligenza Artificiale.
Ma ci riesce davvero, il nonumento, a fare meglio del monumento? Davvero un parallelepipedo o una fontana che spariscono nel terreno gestiscono meglio le nostre smemoratezze rispetto a un obelisco o a una colonna orgogliosamente eretti nella loro ostinata verticalità? Davvero una performance o un re-enactment che durano pochi minuti o poche ore risultano più efficaci di un mausoleo ben piantato dove sta da centinaia di anni? Davvero aria, luce, colori, bits ci salvaguardano dall’amnesia più di pietra, bronzo, ferro?
Queste domande risultano oggi urgenti più che mai: il tema del memoriale è tornato alla ribalta, proprio quando ci si impegna da più parti a buttarne giù il più possibile. In un’epoca in cui le statue vengono gettate nelle discariche per effetto dell’ondata di violenza iconoclastica ispirata dalla cosiddetta cancel culture o woke culture, questa conferenza propone una riflessione insieme estetica e politica sull’arte monumentale contemporanea e sulla contraddizione che l’affligge: negare il monumento, per riaffermarlo. Fare cioè il nonumento, per comprendere che l’esperienza della memoria non può verificarsi se non come presa di coscienza della natura problematica degli strumenti che, facendosene carico, la attivano e la disattivano, la innescano e la disinnescano, la polarizzano e la neutralizzano. Se non come riflessione sul promemoria come paradosso della memoria. Se non come esercizio, tanto critico quanto paradossale, appunto del nonumento.
Andrea Pinotti insegna Teorie dell’immagine all’Università Statale di Milano, dove ha coordinato il Progetto ERC “An-Icon. An-iconology. History, Theory, and Practices of Environmental Images” (2019-2025). Le sue ricerche riguardano: le teorie dell’immagine e della cultura visuale; le teorie della memoria collettiva e della monumentalità; le teorie dell’empatia; la tradizione morfologica goethiana e i suoi sviluppi contemporanei. Agli studi visuali ha dedicato, in collaborazione con Antonio Somaini, il volume Cultura visuale. Immagini sguardi media dispositivi (Einaudi 2016). Alle nuove tecnologie immersive di produzione di immagini e alla loro genealogia è rivolto Alla soglia dell’immagine. Da Narciso alla realtà virtuale (Einaudi 2021); Nonumento. Un paradosso della memoria (Johan & Levi 2023). Il suo ultimo libro è Il primo libro di teoria dell’immagine (Einaudi 2024).
Accademia di Belle Arti di Bologna, Aula Magna
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