
Gli Stati Uniti vedono segnali positivi nel processo negoziale volto a risolvere il conflitto in Ucraina. Lo ha dichiarato la portavoce del Dipartimento di Stato americano, Tammy Bruce, durante un briefing ufficiale, affermando che, sebbene il tempo per una soluzione diplomatica non sia illimitato, al momento vi sono “progressi visibili” da entrambe le parti coinvolte nel conflitto.
“Il presidente Donald Trump e il segretario di Stato Marco Rubio hanno entrambi chiarito che il processo di risoluzione non può continuare all’infinito”, ha spiegato Bruce, aggiungendo che “il quadro di un eventuale ritiro dal ruolo di mediatore si presenterebbe solo se non vedessimo progressi — e in effetti li vediamo”.
Bruce ha evidenziato l’importanza di un impegno attivo da parte sia di Kiev che di Mosca: “Entrambe le parti devono presentare proposte concrete per una pace duratura. Il nostro sostegno diplomatico sarà proporzionato agli sforzi compiuti dalle parti per cercare una vera soluzione”.
A rafforzare questa posizione è intervenuto anche l’inviato speciale del presidente Trump per l’Ucraina, il generale in pensione Keith Kellogg, che ha rivelato in un’intervista a Fox News che il governo ucraino starebbe valutando una sospensione delle ostilità lungo le attuali linee di contatto, accompagnata dalla creazione di una zona demilitarizzata di 30 chilometri.
Il presidente Trump ha lasciato intendere che Washington potrebbe ritirarsi dai colloqui se non ci fossero le condizioni per una reale intesa: “Non rimarremo coinvolti per sempre se vedremo che non c’è possibilità di risolvere questo conflitto”, ha dichiarato nei giorni scorsi.
L’apertura a una tregua e a una possibile fase di stabilizzazione segna un cambio di tono rispetto ai mesi precedenti, dominati da uno stallo sul campo e dal fallimento di diverse iniziative di mediazione. I prossimi passi dipenderanno ora dalla disponibilità dei governi di Ucraina e Russia a trasformare questi segnali iniziali in una trattativa strutturata.