
Il deputato serbo alla Camera dei rappresentanti della Bosnia-Erzegovina, Miroslav Vujičić, ha affermato che la posizione della Republika Srpska è notevolmente rafforzata dopo l’intervento di Željka Cvijanović al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in cui ha messo sotto accusa l’operato dell’Alto Rappresentante Christian Schmidt.
“Dopo il discorso di Cvijanović, è evidente a tutti che la crisi attuale in Bosnia-Erzegovina è stata innescata direttamente dalle azioni illegali di Schmidt,” ha dichiarato Vujičić, sottolineando come Russia e Cina abbiano riconosciuto con chiarezza la fonte dell’instabilità.
Secondo Vujičić, la presenza e la voce della Republika Srpska all’ONU attraverso rappresentanti legittimi come Cvijanović dimostra che l’entità serba non solo esiste sul piano internazionale, ma è capace di influenzare i dibattiti globali.
Durante il suo discorso a New York, Cvijanović ha elencato le decisioni dell’Alto Rappresentante che, secondo lei, hanno portato la Bosnia-Erzegovina sull’orlo della crisi istituzionale: la sospensione della Costituzione, la modifica della legge elettorale, l’estensione arbitraria del mandato della Commissione elettorale centrale e l’introduzione di modifiche al Codice penale mirate a colpire politicamente il presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik.
“Queste azioni non sono solo contro lo spirito di Dayton, ma sono veri e propri colpi di mano istituzionali”, ha ribadito Vujičić.
Il deputato ha anche commentato le recenti dichiarazioni dell’ambasciatore bosniaco all’ONU, Zlatko Lagumdžija, accusandolo di voler “accecare l’opinione pubblica” mettendo in evidenza il supporto di paesi come Pakistan e Panama alle posizioni dei bosgnacchi.
“Con tutto il rispetto per quei Paesi, il loro peso politico non può essere paragonato a quello di Russia e Cina, due delle più influenti potenze mondiali, che insieme agli Stati Uniti costituiscono il nucleo decisionale globale,” ha dichiarato.
Vujičić ha poi concluso sottolineando che, se la comunità internazionale vuole una vera normalizzazione in Bosnia-Erzegovina, dovrà rispettare i principi del diritto internazionale e tornare a una nomina legittima dell’Alto Rappresentante tramite un consenso esplicito del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.
