
(AGENPARL) – Wed 07 May 2025 **Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano**
Comunicato del 07/05/2025, ore 12:14
Nota ai media!
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Consiglio
Lavori Consiglio: Parere favorevole al disegno di legge costituzionale di Modifica dello Statuto
**Il parere favorevole con osservazioni sul disegno di legge costituzionale recante “Modifiche allo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige/Südtirol” è stato approvato con 26 sì e 6 no. La terza parte della discussione.
(In osservazione delle disposizioni sulla par condicio (articolo 9 della legge 22 febbraio 2000, n. 28) in vigore in vista degli eventuali ballottaggi conseguenti alle elezioni amministrative (18 maggio), nonché dei prossimi referenda popolari abrogativi (8-9 giugno), e a fronte delle relative indicazioni dell’Agcom, i comunicati stampa sui lavori del plenum saranno redatti in modo da assicurare imparzialità relativamente ai ballottaggi, evitando i nomi dei candidati o delle candidate, e senza riferimenti ai temi dei referenda abrogativi)
È ripresa questa mattina in Consiglio provinciale a Bolzano la discussione, iniziata ieri, sul al recante “Modifiche allo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige/Südtirol”.
Thomas Widmann (Für Südtirol mit Widmann) ha chiarito che la proposta non può essere intesa come Terzo Statuto: si tratta però di un piccolo passo nella direzione giusta e va riconosciuto il lavoro svolto a Roma, ringraziando soprattutto Dieter Steger e Meinhard Durnwalder. Avrebbe votato a favore, pur essendoci criticità. Grazie al lavoro di decenni e alla stabilità politica raggiunta, la minoranza non viene più messa in discussione; ora si è davanti a una serie di modifiche puntuali e slegate tra loro. Mancano temi decisivi come la competenza sulla scuola, l’autonomia finanziaria, il volontariato, la sanità, l’abrogazione dle Commissariato del Governo e altri, e non si è nemmeno cercato di affrontarli. Perplessità emergono da varie parti sulla clausola d’intesa, definita molto debole, e l’interesse nazionale, in passato strumento nelle mani della Corte costituzionale: con una vera autonomia integrale non ci sarebbe riferimento all’interesse nazionale. Stauder si è impegnato in Commissione speciale a confutare le perplessità, accogliendo anche raccomandazioni, e va ringraziato, ma si è anche ammesso che criticità esistono, anche da parte di esperti. Widmann ha poi detto di condividere le perplessità di Peterlini, criticando Mair per averlo “ridicolizzato”, mentre metteva in guardia dalla perdita della clausola di maggior favore. Voterà a favore, anche se, se si confronta con quanto ottenuto da Magnago, la proporzione è di 1 a 1000.
Andreas Leiter Reber (Freie Fraktion) ha sostenuto che erano stati confusi due livelli diversi: l’autonomia riguarda l’autogoverno, altra cosa è la tutela delle minoranze. Pericoloso è intervenire sulla clausola di residenza, importante dove vivono minoranze: è un problema se bisogna cedere in quest’ambito a fronte di qualche concessione. Il presidente Kompatscher ha detto che in una trattativa non è possibile ottenere qualcosa senza concessioni, ma allora come ha fatto il trentino? Problematico è anche che la procedura sia rimasta agli anni 60-70, positiva sarebbe stata l’esperienza della convenzione, ma il processo partecipativo si era fermato: andrebbe portato avanti. Pochi cittadini capiscono quali sono i concreti vantaggi della riforma, sarebbe necessario spiegarlo. Con Stauder in commissione speciale è stato chiarito che non si tratta del Terzo Statuto, nonostante la messa in scena di alcune fonti mediatiche e i tentativi di personalizzare il successo, mentre in passato non si è mai parlato della “Riforma di Magnago” o “di Benedikter”. in fondo, si tratta di precisazioni di competenze assunte in passato. Ogni persona che esprime dubbi viene catalogata come “ostile all’Autonomia”: c’è invece bisogno di una discussione aperte. Oggi non si votano i singoli punti, ma il parere, che avrebbe potuto anche prevedere condizioni, per esempio sulla denominazione in tedesco della Regione. Un problema è anche che i rappresentanti eletti dal Consiglio nella commissione dei Sei e dei Dodici dicano che non sono stati coinvolti.
Daniel Alfreider (SVP) ha considerato la più grande conquista dell’autonomia il fatto che le minoranze possano vivere la propria cultura e che vi sia una coesistenza pacifica; ha apprezzato che fosse stata scelta la via delle trattative e dei negoziati, anche se inizialmente qualcuno era scettico e c’era chi sarebbe stato felice di un fallimento. È importante che la proposta venga ampiamente sostenuta dal Consiglio, quale segnale verso l’esterno; la proposta dovrá essere approvata dal parlamento, e ci vuole la maggioranza. Bisogna convincere 350 deputati perché sostengano la proposta, ed ecco perché ci vogliono partner a Roma e in Austria. Si continua sulla strada che va nella direzione giusta da 80 anni, e le congratulazioni vanno al presidente che ha portato avanti le trattative. I parlamentari del Trentino-Alto Adige hanno il compito di convincere i propri colleghi di sostenere la proposta. Il ripristino delle competenze è stato uno dei punti principali del programma di governo, se si vota contro la proposta si indebolisce la Provincia davanti al Governo.
Waltraud Deeg (SVP) ha ricordato l’importante data dell’8 maggio, fine della Guerra mondiale nel 1945 e data fondativa della SVP nello stesos anno, un partito che continua a sostenere gli interessi della minoranza tedesca e ladina. Ci vuole più oggettività e senso di responsabilità: ha visto i manifesti STF appesi alle fermate degli autobus che parlano di “inganno” dei cittadini, ma è un’accusa infondata, che alimenta la disaffezione al voto. Le trattative sull’autonomia non dipendono da destra o sinistra; vanno ringraziati tutti coloro che hanno partecipato alle trattative o le hanno sostenute, Kompatscher, Meinhard Durnwalder, anche Gennaccaro. Quanto successo nel Consiglio provinciale straordinario è tragico: non si possono esaudire tutti i desideri, ma seguire uno specifico percorso senza inciampare in errori formali. Incomprensibile è l’irritazione sull’assemblea straordinaria nella SVP, come ogni partito libero deve poter fare – questa è democrazia vissuta, con trasparenza. Preoccupazioni sugli effetti di alcuni punti ci sono – ad esempio l’interesse nazionale, ma non bisogna alterare i toni scendendo a certi livelli. Uno dei punti più importanti della modifica è lo stralcio del riferimento alle riforme economico-sociali: questo riguarda anche la possibilità di definire profili professionali; importante è anche la competenza sul personale.
In qualità di consigliere, è quindi intervenuto Arno Kompatscher (SVP), sottolineando ci non aver mai parlato di 3. Statuto di Autonomia: il 2. Statuto, che viene integrato con precisazioni, ha ancoraggio internazionale. L’obiettivo era il ripristino di competenze perdute in passato. Kompatscher ha ricordato che durante l’incontro con meloni e nehammer a Palazzo Chigi la premier aveva detto che era d’accordo “al ripristino”, dopodiché nei colloqui a tre era stato detto che sarebbero state proposte altre richieste, e il Governo avrebbe valutato. Non tutto quanto chiesto è stato accolto, ma ce lo si aspettava; tuttavia l’obiettivo del ripristino è stato raggiunto quasi completamente, ottenendo anche qualcosa di più, relativamente ai limiti della legislazione e al rinvio alla riforma economico-sociale. La Consulta non ha rinviato quasi mai all’interesse nazionale, cheil resto vale come principio dal momento dell’approvazione dello Statuto e non è stato abrogato. Le competenze su ambiente, commercio sono un qualcosa in piú, così come clausola d’intesa, che anche nella forma ottenuta ha un importante valore di salvaguardia, perché gli standard dell’Autonomia raggiunti non possono essere scalfiti: senza intesa non si può quindi togliere nulla. In quest’ambito c’è anche una rivalutazione del ruolo dell’Austria. In quanto al nome della regione, non è stato introdotto “Alto Adige”, bensì per la prima volta “Südtirol” diventa ufficiale.
Si è passati quindi alla discussione degli emendamenti.
Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) ha fatto riferimento al discorso di Stauder molto dedicato alle critiche della STF, sottolineando che l’Autonomia va salvaguardata e i diritti delle minoranze non sono un’ovvietà. Molto spesso la STF è l’unica a difendere l’Autonomia, per esempio in merito alla tutela della madrelingua anche negli uffici pubblici, che l’on. Urzì. per esempio, voleva eliminare. L’autonomia non è stata creata per i cittadini italiani, ma per tutelare la minoranza austriaca. le modifiche introdotte non sono un grande passo avanti, ma solo una parte di quanto necessario, quindi con il proprio emendamento proponeva che si sostenesse che le proposte rappresentano solo un parziale ripristino e recupero delle competenze”; va inoltre stralciato il comma che introduce la dicitura “Alto Adige” anche nella versione in lingua tedesca. La riduzione degli anni di residenza è un annacquamento dei diritti, ha detto Knoll, proponendo l’estensione a 5 anni, come nelle isole Aland. Egli ha amentato inoltre che la SVP non contrastasse più le accuse di terrorismo rivolte ai Freiheitskämpfer. Va inoltre stralciato il riferimento all’interesse nazionale, che non è definito; in quanto al diritto europeo, bisognerebbe anche in questo caso prendere esempio dalle isole Aland. Va previsto anche un diritto di veto sulle disposizioni sull’autonomia, per evitare che il parlamento agisca in seconda lettura, nonché l’accordo bilaterale con l’Austria. Va ricordato che la base dell’Autonomia è la tutela etnica.