
(AGENPARL) – Tue 06 May 2025 Nota di Maria Grazia Proietti (PD) e Luca Simonetti (M5S): “Il recente
suicidio avvenuto nel carcere di Terni non è solo una tragedia personale, ma
il sintomo doloroso di una crisi più ampia, che interroga tutto il sistema
di cura e di assistenza”
(Acs) Perugia, 6 maggio 2025 – “Il recente suicidio avvenuto nel carcere di
Terni non è solo una tragedia personale, ma il sintomo doloroso di una crisi
più ampia, che interroga tutto il sistema di cura e di assistenza”, così,
in una nota, i consiglieri regionali Maria Grazia Proietti (PD) e Luca
Simonetti (M5S) per i quali “non si tratta soltanto della condizione di chi
è ristretto in un istituto penitenziario: la doppia diagnosi, ovvero la
compresenza di disturbi psichiatrici e dipendenze da sostanze, è una realtà
che si estende ben oltre le mura del carcere e che tocca sempre più giovani
e adulti, spesso nel silenzio, spesso senza possibilità di ricevere un
supporto adeguato”.
“Una doppia diagnosi – commentano – non è una somma di problemi, ma una
condizione che richiede un intervento integrato, continuativo, umano. Quando
poi si finisce in carcere, la situazione si aggrava facilmente: le dipendenze
attive toccano quasi un detenuto su tre, e le doppie diagnosi sono tra le
situazioni più difficili da trattare, anche per la carenza cronica di
strutture intermedie e alternative alla detenzione”.
“Proprio per questo – continuano Proietti e Simonetti -, l’impegno
quotidiano di chi è accanto ai detenuti: operatori penitenziari, agenti,
educatori, il personale sanitario che ogni giorno si trova a gestire
situazioni cariche di dolore, tensione, solitudine, merita non solo
attenzione, ma tutela, supporto e formazione, perché è parte essenziale
della rete di cura. È inaccettabile che la politica si ricordi di loro solo
quando c’è da individuare un colpevole dopo una tragedia. Chi
strumentalizza questi eventi per fini politici non fa onore né alle
istituzioni, né a chi lotta ogni giorno in prima linea”.
“La politica – osservano i di esponenti della maggioranza – deve fare la
sua parte e non giocare irresponsabilmente a uno scaricabarile di misera
propaganda quotidiana. È fondamentale che tutte le istituzioni si assumano
la responsabilità di ricostruire una rete reale tra sanità, giustizia,
servizi sociali, enti locali. Per troppo tempo i servizi territoriali hanno
operato con competenza e abnegazione, ma spesso senza il supporto concreto e
continuativo delle istituzioni. Oggi è necessario invertire questa tendenza,
ascoltare gli operatori, rafforzare il coordinamento, investire in risorse e
strutture, e soprattutto mettere al centro la persona, non il suo errore”.
“Non possiamo più permettere che siano le falle normative o la mancanza di
soluzioni abitative protette a ostacolare percorsi di cura e di
reinserimento. Ribadiamo la necessità – aggiungono – di doverose modifiche
alla legge regionale 23/2003 sull’Edilizia Residenziale Sociale. È tempo
che anche la legge riconosca che, in alcuni casi, il diritto a una casa
dignitosa non è un premio, ma una condizione essenziale per la salute e per
il ritorno a una vita autonoma”.
“Ribadiamo il nostro impegno per un modello di società che unisca
giustizia sociale, prevenzione e dignità. Vogliamo restituire centralità
alla salute mentale, clamorosamente dimenticata nell’ultimo progetto di
Piano Sanitario Regionale, integrando i servizi e rafforzando il welfare
territoriale. È solo così – concludono Proietti e Simonetti – che potremo
evitare nuove tragedie. È solo così che potremo restituire senso alle
parole: cura, prossimità e responsabilità”. RED/as
link alla notizia: http://consiglio.regione.umbria.it/node/80136