
Il capo dello Stato ribadisce la linea di neutralità: “Non saremo conniventi con chi vuole trascinarci in guerra”
Il presidente libanese Joseph Aoun ha lanciato un severo monito al movimento palestinese Hamas, avvertendo che il Libano non tollererà l’uso del proprio territorio per condurre attacchi contro paesi vicini o per destabilizzare ulteriormente la regione mediorientale già scossa da forti tensioni.
Parlando durante una riunione straordinaria del Consiglio Supremo di Difesa, Aoun ha dichiarato: “Mettiamo in guardia Hamas dall’utilizzare il territorio libanese per organizzare attacchi che minacciano la nostra sicurezza nazionale. Il Libano non deve fungere da piattaforma per minare la stabilità della regione”.
Il presidente ha sottolineato che le autorità del Paese “non saranno conniventi con alcuna azione che trascini il Libano in una guerra”, un chiaro riferimento all’escalation di lanci di razzi dalle aree meridionali del Paese verso Israele, attribuiti a cellule radicali palestinesi.
Il Consiglio Supremo di Difesa ha inoltre chiesto l’identificazione e la punizione dei responsabili dei recenti attacchi missilistici e ha rinnovato l’appello alla consegna delle armi detenute illegalmente da parte di tutte le milizie armate, un tema sensibile e irrisolto nella politica di sicurezza interna libanese.
Il messaggio arriva dopo che, lo scorso mese, le forze di sicurezza libanesi hanno arrestato 13 persone, sospettate di appartenere a Hamas, in relazione ai lanci di razzi verso le città israeliane di Metula e Qiryat Shmona, avvenuti rispettivamente il 22 e il 28 marzo. Gli arresti sono avvenuti all’interno di campi profughi palestinesi nel nord e sud del Libano, storicamente zone a rischio per infiltrazioni militanti.
In un’azione parallela, l’esercito libanese ha smantellato una base del gruppo armato sunnita Quwwat al-Fajr, legato all’organizzazione islamista Al-Jamaa al-Islamiya, considerata alleata sia di Hamas che di Hezbollah. Questo intervento militare sottolinea la volontà del governo di rafforzare il controllo statale sul territorio e impedire alle milizie di utilizzare il Libano come terreno operativo.
Le dichiarazioni di Aoun segnano un ulteriore tentativo da parte delle autorità libanesi di mantenere il fragile equilibrio interno, evitando un coinvolgimento diretto in un conflitto regionale che rischia di far collassare il già precario sistema politico ed economico del Paese.
