
Il primo ministro della Republika Srpska, Radovan Višković, ha respinto con decisione le voci circolate nei media relative a un presunto piano per il suo arresto, affermando che la sua sicurezza personale è garantita e che l’entità serbo-bosniaca si difenderà da ogni minaccia, pur non cercando alcun tipo di confronto o incidente.
“Sto svolgendo normalmente la mia parte del lavoro. Non vogliamo incidenti, ma ci difenderemo”, ha dichiarato Višković in un’intervista, rispondendo alle indiscrezioni apparse negli ultimi giorni.
“Squadra d’arresto composta solo da bosniaci sostenuti dagli inglesi”
Višković ha sottolineato che, secondo le informazioni emerse, la presunta squadra incaricata del suo arresto sarebbe composta esclusivamente da membri bosniaci, con il sostegno di forze speciali britanniche, senza alcuna presenza di serbi o croati. Secondo il Premier, una tale operazione costituirebbe una grave violazione dell’assetto costituzionale della Bosnia-Erzegovina.
“Secondo la Costituzione, nessuno può attraversare il confine tra le due entità senza autorizzazione. Ma si parla di unità speciali britanniche già presenti sul territorio, con il supporto di forze della FBiH”, ha aggiunto.
“Non è in gioco Višković, ma la stabilità istituzionale della Srpska”
Il premier ha ribadito che l’obiettivo di un’eventuale azione non sarebbe solo lui come persona, ma l’intero Governo della Republika Srpska, minacciando un collasso istituzionale in caso di arresto.
“Se il Primo Ministro venisse arrestato senza aver trasferito formalmente i poteri, il Governo non potrebbe più operare. Sarebbero a rischio pensioni, stipendi, benefici per i veterani. Questo causerebbe il danno più grave alla Republika Srpska”, ha spiegato.
Sicurezza sotto controllo e disponibilità a collaborare con le autorità
Višković ha assicurato che la sua sicurezza è affidata a personale autorizzato e che ogni eventuale incremento sarà deciso in base alle valutazioni dei servizi competenti. Inoltre, ha espresso la sua disponibilità a collaborare con la magistratura, a condizione che tutto avvenga nell’ambito della legalità e delle istituzioni della Republika Srpska.
“Qualsiasi procuratore che voglia interrogarmi dovrà venire presso la sede del nostro Ministero degli Interni. Sono pronto a rispondere a ogni domanda”, ha detto.
Infine, Višković ha condannato la campagna mediatica contro di lui da parte di alcuni organi di stampa della Federazione di Bosnia-Erzegovina (FBiH), accusandoli di voler umiliare le istituzioni della Srpska con notizie infondate su arresti e abusi.
“Non permetterò che le istituzioni della Republika Srpska siano umiliate, né che i media scrivano che il Primo Ministro è stato ammanettato o maltrattato. Questo è inaccettabile”, ha concluso Višković.