
Il SIAF ha appreso da colleghi che rappresenta e dai mass media, della rivolta che ieri sera è scoppiata all’interno del CPR di Torino, con gli ospiti del centro che hanno aggredito le squadre di colleghi baschi verdi in servizio di O.P. per garantire la normale funzionalità della struttura.
Durante le gravi e violente aggressioni verbali e fisiche sono stati riportati vari danni agli equipaggiamenti in dotazione e solo la casualità ha evitato che il personale del Corpo, peraltro anche preso di mira da lanci di liquidi organici e da oggetti contundenti che hanno procurato la rottura di caschi di protezione, abbia riportato serie lesioni personali.
Quello che lascia basiti e sul quale bisogna fare una profonda riflessione ed intervenire al più presto, è il pressoché stato di inerzia che spesso i colleghi sono costretti ad attuare, nonostante le gravi aggressioni violenze, subendo passivamente senza reagire attivamente e fungendo da ammortizzatori sociali e da destinatari di forme di frustrazioni inaudite.
Peraltro, i colleghi nonostante il caos dovuto anche all’incendio doloso propagatosi in un’ala della struttura e le continue e violente azioni subite, hanno impedito che venissero portati a compimento gravissimi atti di autolesionismo, salvando letteralmente la vita a più persone.
Questi ennesimi accadimenti, che sono comuni a molti centri di permanenza per stranieri (CPR, CARA, CPS) e frequentemente ricorrenti anche in altre realtà (le settimane scorse i colleghi del CPR di Gradisca d’Isonzo hanno subito lo stesso trattamento) dimostrano come il sistema di accoglienza vada assolutamente rivisto ed ottimizzato, il numero dei componenti le squadre di Forze dell’ordine implementate, nonché definite regole d’ingaggio precise.
Lo dichiarano in una nota Eliseo Taverna – Segretario Generale Nazionale SIAF e Giovanni Cordova – Segretario Interregionale SIAF Piemonte e Val d’Aosta