
L’Unione Europea valuta la possibilità di procedere con il processo di adesione della Moldavia separatamente dall’Ucraina, a causa del persistente blocco imposto dall’Ungheria. A confermarlo è stata la Commissaria europea per l’Allargamento, Marta Kos, in un’intervista rilasciata a Radio Free Europe/Radio Liberty durante una visita ufficiale a Praga.
Kos ha ammesso che il “disaccoppiamento” dei percorsi di adesione tra Moldavia e Ucraina potrebbe avvenire già a giugno, in occasione delle prossime decisioni chiave sull’allargamento.
“Nessuno Stato membro è contrario all’apertura del primo gruppo di capitoli con la Moldavia,” ha dichiarato Kos, sottolineando come, al contrario, l’Ungheria si opponga fermamente al progresso dell’Ucraina nel percorso europeo.
I due Paesi avevano finora proceduto in parallelo: entrambi hanno presentato domanda di adesione all’UE poco dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, e nel 2023 hanno ricevuto il via libera per avviare i negoziati. Tuttavia, Budapest ha bloccato i colloqui con Kiev, chiedendo maggiori garanzie per la tutela della minoranza ungherese in Ucraina.
Un precedente che si ripete
Il disaccoppiamento nei processi di adesione non è una novità. Già nel 2024, l’Albania ha potuto avviare i negoziati senza la Macedonia del Nord, a causa di dispute bilaterali di quest’ultima con la Bulgaria. Ora, una situazione analoga potrebbe favorire la Moldavia.
Secondo Kos, Chisinau potrebbe persino diventare uno Stato membro entro il 2029, termine dell’attuale Commissione europea.
“La Moldavia è davvero una brava studentessa. È motivata, determinata e vede l’adesione all’UE come un’opportunità storica,” ha detto la commissaria.
Kos critica Budapest: “L’Ucraina ha fatto abbastanza”
Marta Kos ha espresso rammarico per il comportamento del governo ungherese guidato da Viktor Orbán, che ha persino indetto un referendum consultivo sull’adesione dell’Ucraina, con il partito Fidesz apertamente contrario.
“L’Ucraina ha fatto abbastanza, ve lo dico per esperienza personale. Ha affrontato tutte le questioni sollevate dall’Ungheria, ma non è stato sufficiente,” ha affermato Kos, che ha facilitato il dialogo tra i due Paesi.
Uno spiraglio per la Georgia
Nell’intervista, la commissaria ha aperto anche a un possibile riavvicinamento con la Georgia, la cui candidatura è stata congelata dopo le controverse elezioni parlamentari del 2024 e l’introduzione di leggi criticate dall’UE per somiglianze con la normativa russa sugli “agenti stranieri”.
“Il modo più semplice sarebbe non parlare… Ma dialoghiamo con molti altri Paesi che non hanno lo status di candidato,” ha spiegato Kos, citando il caso della Turchia con cui sono ripresi colloqui su economia e immigrazione.
La commissaria ha lasciato intendere che una ripresa del dialogo con Tbilisi potrebbe avvenire gradualmente, iniziando da un livello tecnico più basso per poi salire, se le condizioni lo permetteranno.