
Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato a sorpresa una tregua “umanitaria” di 72 ore con l’Ucraina, in concomitanza con le celebrazioni per l’80° anniversario della sconfitta della Germania nazista nella Seconda guerra mondiale. Tuttavia, Kiev ha accolto l’annuncio con freddezza, chiedendosi perché Mosca continui a rifiutare un cessate il fuoco completo di 30 giorni proposto per favorire i negoziati di pace.
“Le Forze Armate russe cesseranno le ostilità per ragioni umanitarie”, ha dichiarato Putin lunedì, specificando che la sospensione delle operazioni militari sarà in vigore l’8, il 9 e il 10 maggio. Il Cremlino ha esortato l’Ucraina a seguire l’esempio, deponendo le armi per la durata della tregua. Nonostante l’annuncio, Mosca ha anche precisato che, qualora Kiev non rispettasse il cessate il fuoco, vi sarebbe “una risposta adeguata ed efficace”.
L’iniziativa russa arriva in un momento di crescente pressione internazionale, in particolare da parte dell’ex presidente statunitense Donald Trump, che si è detto deluso per il protrarsi dei bombardamenti russi sulle città ucraine mentre sono ancora in corso i colloqui di pace. Trump ha minacciato sanzioni economiche più severe contro i paesi che continuano ad acquistare gas e petrolio russi, risorse fondamentali per l’economia del Cremlino, se non si raggiungerà presto un accordo.
Secondo i media statali russi, la tregua è stata pensata per celebrare la “Vittoria nella Grande Guerra Patriottica”, come viene chiamata in Russia la resa della Germania nazista. Questa ricorrenza, che cade il 9 maggio a Mosca a causa del fuso orario rispetto agli Alleati occidentali, è uno degli eventi civili e militari più importanti dell’anno per la Federazione Russa. Tuttavia, esiste anche una crescente critica interna al culto della vittoria, espresso con il termine Pobedobesie, che descrive l’ossessione celebrativa nata in epoca sovietica e rilanciata durante gli anni della presidenza Putin.
Non è la prima volta che Mosca annuncia un cessate il fuoco unilaterale: un simile gesto era stato compiuto anche durante la Pasqua ortodossa, con scarsi risultati pratici. Le autorità ucraine, infatti, ritengono che la Russia utilizzi questi brevi intervalli per riorganizzare le proprie forze e intensificare successivamente gli attacchi.
La risposta ucraina alla tregua proposta non si è fatta attendere. Il Ministro degli Esteri Andrii Sybiha ha definito “cinico” limitare una pausa nelle ostilità a pochi giorni legati a parate militari: “Se la Russia vuole davvero la pace, deve cessare il fuoco immediatamente. Perché aspettare fino all’8 maggio? Siamo pronti a sostenere un cessate il fuoco completo e duraturo, per almeno 30 giorni”, ha dichiarato.
Sul campo, intanto, la realtà resta drammatica. Nonostante gli annunci, le ostilità continuano con entrambe le parti che si accusano a vicenda di violare la tregua e di ostacolare i tentativi di negoziato. Migliaia di presunte infrazioni sono già state segnalate da ambo le parti.
Mentre si avvicina l’80° anniversario della resa incondizionata della Germania nazista, simbolo della fine del conflitto europeo nella Seconda guerra mondiale, l’Europa e il mondo osservano con crescente preoccupazione il futuro del conflitto in Ucraina, sospeso tra brevi tregue simboliche e la speranza di una pace reale ancora lontana.