
(AGENPARL) – Mon 28 April 2025 CONDANNATO A TRENT’ANNI DI CARCERE SI DÀ ALLA
LATITANZA: CATTURATO DAI CARABINIERI IN UN B&B A DUE
PASSI DAL MARE
LECCE – Si nascondeva nella camera di un B&B a Torre Lapillo il 51enne Carmine Mazzotta, latitante
dall’8 marzo di quest’anno dopo la sua condanna a trent’anni di carcere per omicidio, confermata il
giorno prima dalla Cassazione. A stanarlo sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo del Comando
Provinciale, che dopo la sua fuga non hanno mai abbandonato l’idea di trovarlo ancora in zona.
Si è chiusa nella mattinata di sabato la latitanza del pregiudicato 51enne Carmine Mazzotta, sparito dalla
circolazione dal 7 marzo di quest’anno, poche ore dopo la sentenza definitiva della Cassazione che aveva
confermato la condanna a 30 anni di carcere, inflittagli dalla Corte d’Assise d’Appello di Taranto il
allo spaccio di droga e poi assassinato in una zona di campagna compresa tra Lizzanello e la frazione di Merine,
a pochi chilometri da Lecce. Il cadavere del giovane venne ritrovato il 5 aprile successivo, giorno di Pasquetta.
La vittima, secondo il quadro ricostruito dai Carabinieri del ROS diciotto anni dopo il delitto, era stata uccisa
a colpi di pistola sparatigli alle spalle con una Tokarev semi-automatica calibro 7,62, mentre tentava la fuga
da un commando di quattro persone che aveva organizzato una vera e propria esecuzione, fra cui Carmine
Mazzotta, ritenuto l’esecutore materiale dell’omicidio, ossia colui che avrebbe premuto il grilletto, tirato in
ballo anche da due collaboratori di giustizia.
Dopo la condanna in primo grado a trent’anni con il rito abbreviato e conferma della pena in appello, i giudici
della Cassazione avevano annullato con rinvio la condanna per Mazzotta, ragion per cui era stato instaurato
un nuovo processo d’appello a Taranto. in seguito alla decisione definitiva della condanna a trent’anni arrivata
il 7 marzo 2025, l’uomo si era reso “uccel di bosco”, ma alla fine è stato rintracciato dai Carabinieri del Nucleo
Investigativo, all’esito di un’articolata indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia.
Dopo prolungati appostamenti, servizi di osservazione e ricognizioni, i militari dell’Arma hanno individuato
il presunto nascondiglio del latitante presso un B&B di Torre Lapillo poco distante dalla spiaggia, perciò sono
rimasti appostati giorno e notte per essere sicuri che fra gli ospiti della struttura ci fosse proprio il 51enne da
catturare. Prima di entrare in azione, due carabinieri, fra cui una donna, hanno prenotato una stanza
spacciandosi per una coppia di turisti arrivati in Salento per il “ponte” festivo, poi una volta individuata la
camera occupata dal latitante, hanno avvisato le altre pattuglie che hanno circondato la struttura ricettiva e
hanno fatto irruzione, cogliendolo di sorpresa.
Il 51enne, che naturalmente aveva trovato rifugio nel b&b senza dare il vero nome e cognome, al momento
dell’arresto era da solo e non ha opposto resistenza, mostrandosi sorpreso per l’arrivo degli investigatori, ai
quali ha raccontato che per non farsi scoprire aveva evitato qualsiasi rapporto con l’esterno, approfittando
della vicinanza al mare per fare qualche passeggiata, oppure qualche sporadico spostamento nei dintorni per
fare la spesa, ma naturalmente la sua versione è tutta da verificare. L’uomo aveva con sè vari telefoni e diverse
utenze telefoniche, oltre a capi di abbigliamento non solo estivi ma anche invernali, pertanto non è escluso che
avesse pensato di spostarsi altrove per prolungare la sua latitanza.
Il 51enne è stato quindi portato in carcere a Lecce, dove dovrà scontare la pena definitiva, nel frattempo con
gli elementi acquisti durante le sue ricerche, sono in corso ulteriori indagini da parte dei carabinieri, mirate a
ricostruire il periodo di latitanza e a scoprire le persone che lo hanno protetto e aiutato dal giorno della sua
fuga.
Lecce, 28 aprile 2024