
(AGENPARL) – Fri 25 April 2025 IN OCCASIONE DEL 28 APRILE, GIORNATA MONDIALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO
Bergamo, 25 aprile 2025 –
Anche se l’amianto non è utilizzato da più di trent’anni, ancora oggi osserviamo casi di patologie correlate all’esposizione a tale materiale. Questo è possibile perché il tempo che intercorre fra l’esposizione ad amianto e la comparsa di manifestazioni cliniche è molto lungo, e per le forme tumorali può addirittura superare i 40 anni. Ancora oggi possono esistere dei soggetti potenzialmente esposti a tale materiale, considerando ad esempio i lavoratori addetti alle attività di bonifica.
Il personale della Struttura Complessa Prevenzione e Sicurezza Ambenti di lavoro (PSAL) di ATS Bergamo analizza ogni anno circa 1.300 piani di bonifica di materiale in amianto nella nostra provincia, dando indicazioni preventive, ove necessario, per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori addetti a tali attività e della popolazione.
Inoltre, effettua indagini di Polizia Giudiziaria sui casi di malattia professionale denunciati ed opera la sorveglianza epidemiologia, monitorando le patologie correlate all’esposizione ad amianto attivando opportune indagini per ricostruire e circostanziare le modalità di esposizione.
Le patologie correlate all’amianto sono classificabili in due macrocategorie:
1.
Patologie non neoplastiche che comprendono Placche, ispessimenti pleurici e asbestosi. Sono espressione di avvenuta esposizione e conseguente “deposito“ di fibre di amianto nell’apparato respiratorio: hanno una progressione lenta e raramente associata a sintomatologia, se non nei casi più gravi;
2.
Tumori che comprendono Mesotelioma, carcinoma polmonare, tumori del tratto gastrointestinale, carcinoma della laringe e alcuni tumori dell’ovaio. Le Patologie Tumorali trovano nel mesotelioma la forma più rappresentata e più specificatamente connessa con l’esposizione ad amianto, tanto da essere considerato un evento sentinella per pregresse esposizioni. Il tumore polmonare insorge, invece, in casi in cui è presente un’importante esposizione ad amianto, associata all’abitudine al fumo. I tumori del tratto gastro enterico, della laringe e dell’ovaio sono molto più rari e, per alcuni, la correlazione con l’amianto è ancora oggetto di approfondimento da parte della comunità scientifica.
L’amianto è un minerale naturale a struttura fibrosa, con buone proprietà fonoassorbenti e termoisolanti e anche molto economico: per questo è stato largamente utilizzato in passato in innumerevoli applicazioni industriali ed edilizie.
Con il tempo, però, tale materiale si è rivelato nocivo per la salute dell’Uomo per la sua proprietà di rilasciare fibre che, se inalate, possono provocare patologie gravi ed irreversibili a carico dell’apparato respiratorio (asbestosi, carcinoma polmonare) e delle membrane sierose, soprattutto la pleura (mesoteliomi). L’amianto, quindi, è sicuramente pericoloso soltanto quando può disperdere le sue fibre nell’ambiente circostante.
Riconosciuta la pericolosità dell’amianto e in attuazione di specifiche direttive comunitarie, con la legge 27 marzo 1992, n. 257 sono state dettate norme per la cessazione dell’impiego di tale minerale e per il suo smaltimento controllato.
Questa legge stabilisce il divieto di estrazione, importazione, esportazione, commercializzazione e produzione di amianto.
La consapevolezza scientifica della pericolosità dell’amianto ha dato origine, nel tempo, a provvedimenti normativi e preventivi specifici. Ad esempio, dal 2013 è stato approvato il Piano nazionale amianto, elaborato dai Ministeri della Salute, dell’Ambiente e del Lavoro, che prevede interventi su diverse direttrici:
tutela della salute,
tutela dell’ambiente
aspetti di sicurezza sul lavoro e previdenziali.
Per quanto concerne la tutela dei lavoratori, la normativa attuale di riferimento è rappresentata dal D.Lgs. n. 81/2008, che pone in capo al datore di lavoro la valutazione dei rischi e la messa in atto dei provvedimenti specifici, in occasione dello svolgimento di attività lavorative che possano comportare esposizione all’amianto ossia, ai sensi dell’art. 246, le attività di manutenzione, rimozione dell’amianto o dei materiali contenenti amianto, smaltimento e trattamento dei relativi rifiuti, nonché bonifica delle aree interessate.
La sorveglianza dei lavoratori addetti a tali attività, considerati potenzialmente esposti, è affidata ai medici competenti nominati dal singolo Datore di Lavoro. I dati derivanti dalla sorveglianza sanitaria effettuata dai medici competenti nell’anno 2023, indicano che in provincia di Bergamo sono circa 2.000 i lavoratori potenzialmente esposti ad amianto (addetti alle attività di bonifica) e di questi circa 1.600 sono stati visitati.
Non possiamo quantificare esattamente il numero dei lavoratori esposti ad amianto nel passato. Sappiamo che 4.104 lavoratori residenti in provincia di Bergamo, hanno dichiarato all’INAIL di essere stati esposti per ottenere i benefici pensionistici. Tali lavoratori possono accedere volontariamente a sorveglianza sanitaria presso le Unità Operative Ospedaliere di medicina del Lavoro, che in provincia di Bergamo è presente presso l’ASST PAPA Giovanni XXIII. La sorveglianza sanitaria per i soggetti ex esposti è gratuita (Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, GU 18 marzo 2017 n. 65 – allegato 1, area di intervento C6).
Per favorire l’adesione alla sorveglianza sanitaria da parte dei soggetti ex esposti ad amianto, ATS Bergamo nel 2022 ha coinvolto anche i Medici di Medicina Generale, inviando a ciascuno di loro la lista dei propri assistiti per i quali risultava un’esposizione ad amianto. Questo tipo di sorveglianza sanitaria prevede l’adozione di uno specifico protocollo clinico ed anche un counselling per smettere di fumare, in quanto il fumo di sigaretta aumenta molto il rischio di tumore del polmone nei soggetti con pregressa esposizione ad amianto.
Molteplici sono le attività di prevenzione svolte da ATS Bergamo in tema di amianto:
1.
Vigilanza sulle attività di bonifica: circa 1.300/anno
2.
Indagini di polizia giudiziaria sulle Malattie professionali denunciate
3.
Sorveglianza epidemiologica sui tumori
In Italia, monitoraggio e sorveglianza epidemiologica dei tumori professionali sono disciplinati dall’art. 244 del d.lgs. 81/2008 che prevede, tra l’altro, l’istituzione di un Registro Nazionale dei Mesoteliomi (ReNaM) articolato in Centri Operativi Regionali (COR). Tutti i casi di mesotelioma diagnosticati vengono trasmessi al Centro Operativo Regionale del registro che distribuisce i casi alle ATS e alle Medicine del Lavoro ospedaliere, in base alla loro residenza, per l’attivazione delle indagini specifiche. Per tutti i casi di mesotelioma, il personale sanitario provvede a raccogliere informazioni sulle abitudini di vita, sul contesto residenziale e familiare e sulle attività lavorative svolte, attraverso questionari standardizzati. Tali informazioni sono essenziali per definire l’esposizione professionale o extra professionale ad amianto.
Nei grafici seguenti sono descritti i casi di patologia correlati ad amianto denunciati all’ATS di Bergamo, riferiti a soggetti i quali, presumibilmente, hanno subìto un’esposizione ad amianto in aziende bergamasche. Per queste segnalazioni viene attivata un’indagine di Polizia Giudiziaria, volta ad escludere responsabilità da parte del datore di lavoro.
Non è infrequente che dall’indagine emerga l’attribuzione dell’esposizione ad amianto ad un’azienda non bergamasca o l’impossibilità di attribuzione di responsabilità certa.
La maggior parte di casi segnalati riguardano soggetti di sesso maschile, occupati prevalentemente nelle costruzioni e nella metallurgia. Per il genere femminile si segnala il settore tessile.
[cid:8996c271-e98d-4e21-9498-0232fb94ad0a]
[cid:3c4b2885-b134-4323-acb0-90bb7fbfd2e8]
In provincia di Bergamo le patologie da amianto ed i Mesoteliomi nello specifico, sono monitorati sin dai primi anni ‘90, grazie alla collaborazione tra la struttura Ospedaliera di Medicina del Lavoro e l’ASL -ora ATS-. Da oltre un decennio è stato, inoltre, istituito uno specifico gruppo di lavoro cui partecipano Medici della SC PSAL di ATS Bergamo, della Medicina del Lavoro dell’ASST Papa Giovanni XXIII e dell’INAIL.
Il gruppo, durante incontri periodici programmati, si confronta per la discussione dei casi di mesotelioma studiati, per definirne la correlazione con l’attività lavorativa. I casi per i quali le informazioni raccolte consentono di definire un’esposizione professionale vengono denunciati all’INAIL, per garantire il risarcimento dovuto. Si precisa che i soggetti affetti da mesotelioma, per i quali viene circostanziata una esposizione ad amianto familiare o ambientale, possono accedere ad un indennizzo una tantum erogato da INAIL in ragione del “Fondo per le vittime dell’amianto”.
Nell’ultimo decennio i casi di Mesotelioma analizzati da ATS Bergamo sono stati 359 e derivano sia da segnalazioni del COR che da altre fonti informative locali.
La valutazione dell’esposizione non sempre risulta agevole: per molti casi, la raccolta delle informazioni è difficoltosa o addirittura impossibile, in quanto il soggetto è già deceduto o in condizioni di salute precarie o, semplicemente, perché sono trascorri decenni dall’esposizione o perché i congiunti rifiutano l’intervista.
VALUTAZIONE DELL’ESPOSIZIONE CASI INDAGATI
2015
2016
2017
2018
2019
2020
2021
2022
2023
2024
Totale
ESPOSIZIONE AMBIENTALE
2,8%
ESPOSIZIONE EXTRA LAVORATIVA
0,8%
ESPOSIZIONE FAMILIARE
1,9%
ESPOSIZIONE IGNOTA
26,5%
ESPOSIZIONE IMPROBABILE
2,5%
ESPOSIZIONE NON CLASSIFICABILE
5,0%
NON MESOTELIOMA
1,4%
PROFESSIONALE (CERTA, PROBABILE, POSSBILE)
59,1%
TOTALE
100,0%
Complessivamente è stato possibile evidenziare un’esposizione ad amianto nel 64,6% dei casi, in particolare il 59% (= 212) dei casi di mesotelioma analizzati sono risultati esposti professionalmente, nel 2,8% dei casi è stata circostanziata una esposizione ambientale e nell’1,9% dei casi è stato possibile attribuire una esposizione familiare e nello 0,8 % l’esposizione ad amianto è risultata per attività extralavorative (ad es.: utilizzo di materiale contenete amianto per attività hobbistiche).
Per il 26,5 dei casi, l’incompletezza e l’insufficienza delle informazioni raccolte o il livello delle conoscenze non hanno consentito di assegnare una categoria di esposizione (esposizione ignota); nel 5% dei casi non è stato possibile raccogliere alcuna informazione (non classificabile).
Per una quota pari all’1,4% dei casi, inoltre, la documentazione relativa alla diagnosi clinica ha escluso che si trattasse di mesotelioma; nel 2,5% dei casi le informazioni raccolte hanno consentito di escludere una esposizione ad amianto.
Massimo Giupponi, Direttore Generale dell’Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo:
“La continuità nella sorveglianza ed indagine è uno degli aspetti di maggior rilievo dell’attività di ATS Bergamo: in questo modo è possibile tutelare la Salute sia dei lavoratori che di tutti i cittadini, attraverso un impegno sinergico con gli stakeholder coinvolti e le professionalità che essi esprimono. Verificare le condizioni di chi ha lavorato in settori a rischio, attivando l’opportuna presa in carico, è un dovere che ci impegna con responsabilità, ed un segno concreto dell’attenzione che ATS Bergamo riserva al proprio territorio.”
Carlo Zulianello
Area Comunicazione e Relazioni Esterne
-Addetto Stampa-
ATS Bergamo
Via Gallicciolli, 4
Seguici sui Social!
[cid:81bca373-1835-41a7-bb71-85cc85b1f0cf][cid:1a353707-b3d8-4fda-bd1b-c6134d79c708][cid:cfaca99b-28d2-4a64-970d-2823c71cffa6][cid:9963b9bf-48d4-4b5f-8f86-6545cc6526fe][cid:1fe6de7b-a4e5-4fbe-b145-79c45326f817][cid:10ec1536-871f-4994-9f1f-6b06aa979e8f]
[ATS logo]