
In un toccante messaggio pasquale, Sua Eminenza il Metropolita del Montenegro e del Litorale Joanikije ha richiamato l’attenzione della comunità ecclesiastica e dell’opinione pubblica sulla situazione difficile e sempre più allarmante della popolazione serba ortodossa in Kosovo e Metohija. Il prelato ha espresso profonda preoccupazione per le continue violazioni dei diritti umani e religiosi che, a suo dire, i serbi locali subiscono da oltre due decenni.
“Quando parliamo di violazione dei diritti religiosi e di altri diritti umani, siamo obbligati a prestare attenzione alla minaccia di lunga data al popolo serbo in Kosovo e Metohija da parte delle autorità di Pristina”, ha dichiarato il metropolita nel suo messaggio.
Secondo Joanikije, la storia recente è segnata da “numerosi omicidi irrisolti, persecuzioni, pestaggi, rapine e altre forme di violenza commesse impunemente dai terroristi albanesi contro i serbi”. Tuttavia, nonostante le difficoltà, ha elogiato la resilienza della comunità serba kosovara che continua a rimanere fedele ai propri luoghi sacri e alle case degli antenati.
“È per noi di grande conforto sapere che il popolo fedele del Montenegro è sempre pronto ad aiutare e sostenere in ogni modo i nostri fratelli e sorelle nel Kosovo crocifisso”, ha affermato, aggiungendo che questa solidarietà è un segno di continuità con l’eredità spirituale di figure storiche come San Pietro di Cetinje, Njegoš, Re Nikola e il beato Metropolita Amfilohije.
Istruzione religiosa e polemiche pubbliche
Nel suo discorso, Joanikije ha anche affrontato il recente dibattito sull’introduzione dell’insegnamento religioso nelle scuole pubbliche montenegrine. L’argomento ha suscitato reazioni contrastanti, con l’opposizione di alcuni esponenti della società civile e dei diritti umani, che vedono nel provvedimento un’erosione del principio di laicità dello Stato.
Il Metropolita ha difeso l’iniziativa, ricordando che in passato il Montenegro ha vissuto il suo massimo sviluppo proprio quando l’istruzione religiosa faceva parte del sistema educativo. Secondo Joanikije, negare il diritto all’educazione religiosa equivale a negare un diritto umano fondamentale.
“Se il Montenegro non è pronto a rispettare i diritti legittimi di tutti, compresi i cittadini che vogliono che i propri figli ricevano un’educazione religiosa nelle scuole pubbliche – come avviene nella maggior parte dei Paesi dell’UE – allora sta minando la propria laicità e rivelando l’incapacità di emanciparsi dall’eredità del sistema totalitario comunista”, ha dichiarato.
Un messaggio di pace e resurrezione
Nel concludere il suo messaggio pasquale, Joanikije ha rivolto una benedizione a tutto il clero, al monachesimo e ai fedeli della Metropolia del Montenegro e del Litorale, esprimendo l’augurio che la luce della Resurrezione di Cristo possa portare conforto, unità e speranza a tutti i credenti.
“Cristo è risorto!”, ha proclamato, rinnovando l’invito a sostenere con fede e determinazione i valori spirituali e morali del popolo ortodosso.
L’intervento del Metropolita giunge in un momento particolarmente delicato per la regione, tra tensioni etniche persistenti e un clima politico segnato da divisioni ideologiche. Le sue parole risuonano come un appello alla coscienza collettiva, affinché la solidarietà, la giustizia e il rispetto della fede non restino soltanto ideali astratti, ma diventino impegni concreti.
