
(AGENPARL) – Thu 17 April 2025 *Produzione, Barbera (Prc): “A rischio 68.000 posti di lavoro? Serve una
politica industriale pubblica prima del disastro” *
“I numeri presentati oggi dall’Ufficio parlamentare di Bilancio sul
Documento di economia e finanza (Dpf) sono una condanna senza appello per
il governo Meloni. La stima di 68.000 posti di lavoro a rischio a causa dei
dazi imposti dagli Stati Uniti – dazi per ora solo temporaneamente sospesi
– mostra con brutale chiarezza la fragilità del nostro sistema produttivo e
la totale assenza di una strategia difensiva da parte dell’esecutivo.I dazi
decisi dall’amministrazione Trump, idolo e punto di riferimento politico
della destra italiana, colpiscono direttamente settori chiave del nostro
export e della manifattura nazionale. La sospensione ottenuta nelle ultime
settimane è precaria e incerta, e potrebbe saltare da un momento all’altro.
Il governo, però, continua a fare spallucce, piegato alla linea dell’amico
americano, incapace di alzare la voce per difendere i lavoratori italiani. A
questo si somma il crollo della produzione industriale, certificato dai
dati pubblicati pochi giorni fa. L’Italia sta affondando in una crisi
profonda, e la destra continua a recitare il copione delle “magnifiche
sorti e progressive” mentre fabbriche chiudono, filiere si spezzano,
territori si svuotano. Denunciamo con forza l’inerzia colpevole del governo
Meloni, che – tra tagli alla spesa sociale, sottomissione ai diktat UE e
servilismo verso gli interessi USA – non ha mosso un dito per costruire una
vera politica industriale nazionale. Serve subito un intervento pubblico
diretto per proteggere il lavoro e rilanciare la produzione. Non con i
bonus a pioggia o con gli sgravi alle imprese, ma con investimenti
strutturali, riconversione ecologica dell’industria, piani territoriali
coordinati e la creazione di occupazione stabile e di qualità. Meloni si
inchina a Trump e lascia che a pagare siano i lavoratori italiani. È ora di
dire basta a questo modello servile e neoliberista. Serve una svolta
ecologista e popolare”.
Lo dichiara Giovanni Barbera, membro della Direzione Nazionale di
Rifondazione Comunista.