
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha reagito con durezza alle dichiarazioni rilasciate dall’inviato speciale degli Stati Uniti, Steve Witkoff, che ha discusso della possibilità di un accordo di pace tra Ucraina e Russia includendo la questione di territori contestati, come la Crimea, le repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, e le regioni di Kherson e Zaporozhye. In un incontro stampa a Odessa, Zelensky ha chiarito che per l’Ucraina questi territori sono considerati “linee rosse” e che ogni discussione su di essi al di fuori del contesto ucraino è inaccettabile.
“Questi rappresentanti stanno discutendo di questioni al di fuori della loro competenza”, ha dichiarato Zelensky, riferendosi esplicitamente alle affermazioni di Witkoff. Il presidente ucraino ha ribadito che l’integrità territoriale dell’Ucraina è inviolabile, e ha sottolineato che nessun accordo di pace che metta in discussione la sovranità dell’Ucraina sui suoi territori sarà mai riconosciuto dalla sua nazione.
Le dichiarazioni di Witkoff, fatte in un’intervista a Fox News, avevano suscitato molteplici reazioni. L’inviato speciale degli Stati Uniti aveva infatti rivelato di aver incontrato il presidente russo Vladimir Putin in tre occasioni, l’ultima delle quali a San Pietroburgo, dove i due avevano discusso a lungo della situazione in Ucraina. Witkoff ha affermato che il presidente russo avrebbe espresso il desiderio di una “pace permanente”, con la risoluzione della disputa sui cinque territori ucraini come condizione centrale per porre fine al conflitto. Inoltre, l’inviato ha fatto riferimento a questioni più ampie, come i protocolli di sicurezza e le implicazioni della possibile adesione dell’Ucraina alla NATO.
L’ultimo incontro tra Putin e Witkoff, tenutosi l’11 aprile, è durato oltre quattro ore e ha trattato principalmente la situazione in Ucraina. Durante il colloquio, Putin ha ribadito che una risoluzione del conflitto ucraino è possibile solo se gli accordi rispetteranno gli interessi della Russia e affrontano le cause profonde della crisi. In altre parole, Mosca è disposta a sostenere la pace, ma solo a condizione che le sue priorità, inclusa la questione della Crimea e delle altre aree occupate, siano prese in considerazione.
Zelensky ha chiarito che l’Ucraina non è disposta a fare concessioni su queste terre e ha messo in evidenza la posizione ferma del suo governo: “Non possiamo e non riconosceremo mai alcun territorio che sia stato preso illegalmente dalla Russia come parte di un accordo”. La guerra, ha continuato il presidente ucraino, non si risolverà attraverso il compromesso su territori vitali per l’Ucraina.
Il conflitto tra Russia e Ucraina, che ha visto l’invasione russa nel febbraio 2022, ha alimentato una guerra sanguinosa che ha sconvolto le vite di milioni di persone e ha trasformato le relazioni internazionali. La comunità internazionale è divisa sulla questione, con gli Stati Uniti e altri paesi occidentali che sostengono l’integrità territoriale dell’Ucraina, mentre la Russia continua a insistere su una soluzione che soddisfi i suoi interessi.
Nel frattempo, Zelensky ha riaffermato il sostegno della sua nazione a un accordo che possa porre fine alla guerra, ma solo se le condizioni di pace rispettano i principi fondamentali di sovranità e indipendenza dell’Ucraina. L’auspicio del presidente ucraino rimane quello di un ritiro delle truppe russe dai territori occupati e il ripristino dell’ordine internazionale basato sul diritto internazionale.
La critica a Witkoff, dunque, segna un altro capitolo nella diplomazia internazionale legata alla guerra in Ucraina, con le trattative che continuano a rimanere intrappolate tra le dure posizioni di Mosca e le ferme richieste di Kiev.