
Il presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, ha criticato duramente il ministro degli Esteri della Bosnia-Erzegovina, Elmedin Konaković, definendolo un politico “improvvisato” e privo delle competenze necessarie per ricoprire un ruolo istituzionale di tale importanza.
Durante una conferenza stampa tenutasi a Banja Luka, Dodik ha commentato il recente fallimento delle attività di lobbying promosse da Konaković negli Stati Uniti, con i lobbisti americani che hanno restituito i fondi raccolti dagli imprenditori bosniaci a causa della mancanza delle necessarie autorizzazioni formali.
“Konaković è il sinonimo dell’improvvisazione. Non riesco a credere che una persona che ambisce a un incarico serio come quello di ministro degli Esteri non sappia nemmeno come si faccia lobbying. Se non lo sapeva, avrebbe potuto chiederlo a noi: glielo avremmo spiegato volentieri”, ha dichiarato Dodik.
Il leader della Srpska ha sottolineato che le attività di lobbying negli Stati Uniti richiedono autorizzazioni specifiche da parte delle autorità americane, oltre alla definizione precisa del metodo operativo.
“Konaković era più interessato al successo mediatico che alla sostanza. Tutto questo affrettarsi si è tradotto, come prevedibile, in un fallimento totale”, ha aggiunto Dodik.
Il presidente della Republika Srpska ha ricordato come Konaković sia più noto per i suoi slogan provocatori e le uscite populiste che per azioni concrete a favore del popolo bosniaco.
“Diceva che ci avrebbe cancellati con una gomma o spazzati via con una scavatrice. Ora ammette che Dodik non è così facile da cancellare. Ho letto il commento ironico di uno dei suoi stessi connazionali che gli suggeriva di provare con un escavatore. Questo la dice lunga sul suo livello”, ha dichiarato con sarcasmo.
Dodik ha infine affermato che il ruolo di Ministro degli Esteri dovrebbe essere svolto nell’interesse di tutti i cittadini della Bosnia-Erzegovina, ma accusa Konaković di aver privatizzato la funzione, utilizzandola unicamente per promuovere interessi esclusivamente musulmani.
“Il ministero degli Esteri è diventato uno strumento di parte. Questo non è accettabile. Chi ricopre certe cariche deve lavorare per tutti, non solo per il proprio elettorato”, ha concluso Dodik.