
L’emissione di mandati di arresto contro i principali leader istituzionali della Republika Srpska rappresenta “l’apice del crollo della Bosnia-Erzegovina anti-Dayton”, secondo l’avvocato e analista costituzionale Slavko Mitrović. In un articolo pubblicato su Glas Srpske, Mitrović denuncia quella che definisce una “deriva istituzionale guidata da una corte e da una procura extracostituzionali con sede a Sarajevo”, che – a suo dire – operano in violazione dell’Accordo di Dayton.
Il Presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, il Presidente dell’Assemblea nazionale, Nenad Stevandić, e il Primo Ministro, Radovan Višković, sono stati incriminati con l’accusa di “aver minato l’ordine costituzionale della BiH”. Mitrović contesta con forza tali incriminazioni, definendole un attacco diretto alla struttura costituzionale dell’entità serba della Bosnia.
“La procura e il tribunale della BiH non solo operano fuori dal quadro costituzionale, ma sono diventati strumenti per l’unitarizzazione forzata della Bosnia-Erzegovina e per lo smantellamento della Republika Srpska e delle sue istituzioni legittime,” afferma Mitrović.
L’avvocato ha inoltre evidenziato come anche alcuni deputati della Republika Srpska siano stati convocati per essere interrogati a Sarajevo, in violazione della loro immunità parlamentare garantita sia dalla Costituzione della Republika Srpska sia da quella della BiH.
Accuse a Schmidt e all’UE: “Una crisi creata artificialmente”
Secondo Mitrović, la crisi politica e costituzionale in corso è stata esacerbata da Christian Schmidt, l’Alto Rappresentante “non riconosciuto”, definito da lui un “turista tedesco” e “impostore sostenuto dalla burocrazia dell’UE”. Il giurista accusa Schmidt di riscrivere arbitrariamente l’Accordo di Dayton e di agire come un “amministratore coloniale”.
In aggiunta, Mitrović ha criticato l’introduzione di nuove sanzioni da parte dei governi uscenti di Germania e Austria contro i vertici della Republika Srpska, definendole una “provocazione diplomatica orchestrata” durante la visita delle ministre Anna Lirmann (Germania) e Beate Meinl-Reisinger (Austria) a Sarajevo.
“La Sarajevo politica invoca la guerra”
Mitrović ha infine sottolineato la crescente tensione nella capitale bosniaca, parlando di uno “stato di ipereccitazione e isteria” da parte delle forze politiche bosgnacche, che a suo dire “invocano la guerra”. Ha definito “giustificata” la decisione delle autorità della Republika Srpska di dichiarare persona non grata la ministra tedesca Lirmann.
Il suo prossimo viaggio a Banja Luka, dove incontrerà le forze di opposizione SDS e PDP, è stato interpretato da Mitrović come un ulteriore tentativo di indebolire le istituzioni della Republika Srpska.
“Non si tratta solo di opposizione al governo, ma di opposizione all’esistenza stessa della Republika Srpska,” ha concluso.