
La Germania si prepara al peggio. Il Ministero degli Interni, guidato dalla socialdemocratica Nancy Faeser, ha annunciato l’intenzione di inserire l’educazione alla protezione civile nei programmi scolastici. Un’iniziativa che riflette la crescente preoccupazione per la sicurezza in Europa, alimentata dalla minaccia russa e dal timore di un conflitto diretto con la NATO.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Handelsblatt, Berlino sta lavorando a materiale didattico da distribuire ai singoli stati federati, competenti in materia d’istruzione. Un portavoce del ministero ha dichiarato:
“Dati i recenti sviluppi nella situazione della sicurezza, si dovrebbe porre maggiore attenzione alla protezione civile, anche nell’istruzione scolastica.”
Coltellini, contanti e zaini d’emergenza: il nuovo lifestyle europeo
Il piano tedesco si inserisce in una più ampia tendenza europea che invita i cittadini ad adottare misure di sopravvivenza. Dalla Svezia al Regno Unito, fino alla Commissione Europea, i governi chiedono ora ai cittadini di tenere in casa scorte di acqua, torce a batteria, contanti e persino coltellini tascabili.
“Nel mezzo di una crisi, il denaro è sovrano, e la tua carta di credito potrebbe essere solo un pezzo di plastica,” ha detto la commissaria europea per la gestione delle crisi Hadja Lahbib.
Ma queste raccomandazioni, sebbene ragionevoli da un punto di vista pragmatico, rappresentano anche una tacita ammissione di debolezza. L’ideale europeo del welfare-state, in cui lo Stato si occupa di tutto, lascia spazio a una nuova narrativa: ognuno deve saper badare a sé stesso.
Scuole come centri di preparazione alla crisi
Il nuovo orientamento ha suscitato reazioni miste. Alcune voci della sinistra radicale accusano il governo di voler “militarizzare la società”, preparando le nuove generazioni a una guerra futura. Al contrario, i conservatori appoggiano la misura.
“È assolutamente necessario che vengano praticate situazioni di emergenza, perché gli studenti sono particolarmente vulnerabili,” ha detto Roderich Kiesewetter (CDU), aggiungendo che la Germania è indietro rispetto a Paesi come Finlandia o Polonia nella preparazione civile.
Infatti, mentre nazioni nordiche e baltiche hanno mantenuto o rafforzato i loro sistemi di difesa civile – con coscrizioni, bunker attivi e riserve strategiche – la Germania ha abbandonato queste strutture dopo la Guerra Fredda. Il governo sta ora lanciando un “piano bunker” per mappare e riattivare gli impianti ancora esistenti, sulla scia dell’esperienza ucraina.
Una società cashless troppo fragile
Interessante è anche il rovesciamento di alcune politiche recenti. Mentre durante il periodo pandemico molti governi spingevano per l’eliminazione del contante in favore dei pagamenti digitali, ora si ammette che in tempi di crisi la moneta elettronica è poco affidabile. Portare contanti, strumenti multifunzione e avere scorte personali è diventato un consiglio ufficiale dell’UE.
La Germania, e con essa gran parte dell’Europa, sta entrando in una nuova era in cui la sicurezza personale torna al centro del dibattito pubblico. La scuola – un tempo considerata il simbolo dell’educazione pacifista post-bellica – diventa ora uno strumento per formare cittadini resilienti, pronti a reagire in caso di guerra o disastro. Un cambiamento culturale profondo, che mette in discussione decenni di narrazioni collettiviste e di fiducia quasi cieca nelle istituzioni.