
(AGENPARL) – Tue 08 April 2025 GUARDIA DI FINANZA
Comando Provinciale Messina
COMUNICATO STAMPA
08/04/2025
GDF MESSINA: SMANTELLATA ASSOCIAZIONE A DELINQUERE DEDITA ALLE
SCOMMESSE CLANDESTINE E AL RICICLAGGIO. ESEGUITI 22 ARRESTI.
In data odierna i Finanzieri del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito, su delega della Procura della
Repubblica/Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, l’ordinanza, emessa dal Giudice per le Indagini
Preliminari, con la quale sono state disposte misure cautelari personali e reali nei confronti, complessivamente,
di 22 persone (di cui 9 in carcere e 13 agli arresti domiciliari), a vario titolo indiziate di associazione per
delinquere volta alla commissione di molteplici reati fra i quali la raccolta non autorizzata di scommesse;
riciclaggio e autoriciclaggio.
All’operazione hanno preso parte oltre 100 tra Finanzieri del Comando Provinciale di Messina, coadiuvati dai
corrispondenti comandi di Udine, Siracusa, Frosinone, Trapani e Vibo Valentia che si sono avvalsi del supporto
di personale specializzato del Servizio Centrale Investigazione sulla Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) e
dell’ausilio della componente Aeronavale del Corpo.
Le indagini hanno ricostruito l’operatività, dal 2022 ad oggi, di un’associazione per delinquere, dedita
principalmente alla raccolta di scommesse sportive clandestine a quota fissa e gioco d’azzardo, mediante
l’utilizzo di piattaforme di gioco on-line illegali; nonché al successivo reimpiego degli ingenti profitti ricavati,
grazie a compiacenti prestanomi, ai quali sono stati trasferiti, in modo fraudolento, beni e denaro.
Le investigazioni, sviluppate attraverso la conduzione di intercettazioni telefoniche, telematiche ed ambientali,
corroborati dalle tradizionali attività di osservazione, nonché da mirati controlli condotti presso alcuni esercizi
commerciali, hanno messo in luce l’esistenza di un’articolata organizzazione criminale, radicata nel capoluogo
messinese, coordinata da due individui, a loro volta affiancati da un ristretto gruppo di collaboratori di fiducia,
perlopiù legati da vincoli di parentela, ognuno con compiti ben definiti, che andavano dalla gestione tecnicoinformatica delle piattaforme di gioco (cd. SKIN) alla contabilità degli introiti da riconoscere agli affiliati.
In particolare, è emersa la capacità dell’organizzazione di assicurare un puntuale coordinamento operativo di
varie agenzie di scommesse, aperte in maniera capillare nella città di Messina, nonché in altre località sul
territorio nazionale, gestite con concrete modalità imprenditoriali, attraverso una pianificata distribuzione di ruoli
e gerarchie interne (riconoscibili anche dall’uso di appellativi propri delle strutture piramidali tipicamente
presenti nel settore del gioco: Master, PJ Promoter, Agente e Agenzia).
Gli indagati – secondo il grave compendio indiziario sinora raccolto – avrebbero operato privi delle necessarie
autorizzazioni previste per i concessionari riconosciuti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, sfruttando
alcuni siti illegali, contraddistinti dall’estensione “.com”; i cui server, collocati al di fuori del territorio nazionale
e gestiti da società estere aggiravano i limiti e le cautele che presidiano il gioco legale, prima fra tutte l’uso del
contante per eludere la tracciabilità delle transazioni.
In sintesi, secondo l’ipotesi investigativa, i promotori dell’associazione avrebbero operato secondo un collaudato
meccanismo; innanzitutto provvedendo ad acquisire la gestione sul territorio di una nota piattaforma di gioco
legale, subito diffusa nell’area messinese attraverso l’apertura di diversi punti di raccolta delle scommesse (c.d.
PVR – Punti Vendita e Ricarica); tale schermo legale è servito a conquistare una posizione di predominanza nel
mercato e, al contempo, a fidelizzare la vasta platea degli scommettitori. Proprio a questa particolare clientela
veniva, quindi, proposto, all’interno delle stesse sale da gioco, la possibilità di accedere a computer dedicati su
cui, in violazione della normativa, veniva precaricata una piattaforma online illecita caratterizzata dall’estensione
“.com”.
In questo modo, l’avventore veniva attirato in un esercizio commerciale formalmente rispettoso delle regole,