
(AGENPARL) – Tue 08 April 2025 *COMUNICATO STAMPA*
*Dazi Usa: Cia, serve strategia di sistema. Fondo Ue “azzera tariffe” per
settori più colpiti*
*Il presidente Fini a Palazzo Chigi: “Negoziare fino alla fine, intervenire
su burocrazia, consolidare ed esplorare nuovi mercati. Subito revisione OCM
vino” *
Roma, 8 apr – Negoziare fino alla fine con una sola voce in Europa per
scongiurare una guerra commerciale; agire sugli ostacoli burocratici e
amministrativi che frenano la competitività delle imprese all’interno
dell’Ue; esplorare e consolidare nuovi mercati oltreoceano; introdurre un
Fondo comune “azzera dazi” per interventi di compensazione economica e
produttiva. Sono queste le 4 direttrici della strategia di sistema
illustrata dal presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini,
all’incontro a Palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni, per
fronteggiare gli effetti delle tariffe di Trump sul settore agroalimentare
Made in Italy.
“È chiaro che la prima azione non può che essere negoziale -ha
detto Fini-. Serve un’azione diplomatica forte e unitaria dell’Europa per
trovare una soluzione e non compromettere i traguardi raggiunti finora. In
questa partita, l’Italia può e deve essere capofila delle trattative per
una de-escalation, visto che abbiamo anche più da perdere. Gli Usa,
infatti, con quasi 8 miliardi valgono circa il 12% di tutto il nostro
export agroalimentare globale, mettendoci in testa alla classifica dei
Paesi Ue, molto prima di Germania (2,5%), Spagna (4,7%) e Francia (6,7%)”.
Accanto alla via della diplomazia, ha proseguito il presidente
di Cia, “occorre intervenire sulle dinamiche che, seppur non tariffarie,
influenzano le relazioni commerciali. Bisogna, quindi, iniziare a eliminare
tutti quegli impedimenti di natura burocratica e amministrativa che
ostacolano lo sviluppo del Made in Italy all’interno del mercato comune,
semplificando il quadro normativo e i sistemi regolatori europei che
frenano la competitività delle aziende”.
Altrettanto strategico “è il consolidamento dei mercati
extra-Ue oltre gli Usa che da tempo mostrano interesse crescente verso le
nostre produzioni, come il Giappone e il Canada -ha spiegato Fini- così
come è fondamentale l’esplorazione di nuovi mercati”. Un obiettivo non
immediato, quello di nuovi sbocchi commerciali, che “deve essere ben
supportato da politiche dedicate, come misure di promozione e formazione;
strumenti di aggregazione produttiva e organizzativa; interventi per
sviluppare la logistica e l’innovazione”. Sicuramente “c’è bisogno di
riprogrammare subito l’OCM vino”.
Da ultimo, ha evidenziato il presidente di Cia, “è
assolutamente necessario stanziare risorse adeguate a sostenere gli
agricoltori e i territori più esposti ai dazi di Trump”. A partire appunto
dai produttori di vino (il cui export tricolore vale 2 miliardi negli Stati
Uniti), olio (quasi 1 mld), pasta (1 mld) e formaggi (550 milioni) e da
regioni come la Sardegna (l’export agroalimentare isolano finisce per il
49% negli Usa) o la Toscana (28% del proprio export agroalimentare). In
questo senso, secondo Fini “occorre prevedere l’introduzione di un Fondo
europeo ‘azzera dazi’ da utilizzare per azioni di compensazione”.
Interventi “anche in deroga alle regole Ue sugli aiuti di Stato, che
potrebbero concretizzarsi in primis sotto forma di indennizzi per le
perdite subite dagli agricoltori. In più -ha concluso il presidente di Cia-
l’uso delle risorse comunitarie dovrebbe essere rivolto a ulteriori
compensazioni ‘indirette’ che includano, ad esempio, misure per la
riduzione dei costi dell’energia e degli altri fattori di produzione, che
tanto incidono sulle dinamiche di esportazione delle imprese”.
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*Settore Comunicazione e Immagine *| Cia-Agricoltori Italiani
sito web http://www.cia.it
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