
Il Primo Ministro della Republika Srpska, Radovan Višković, ha dichiarato con fermezza che né la NATO, né EUFOR, né alcun altro soggetto internazionale avranno il diritto di interferire negli affari interni della Bosnia-Erzegovina.
Višković ha ringraziato il comando dell’EUFOR in Bosnia-Erzegovina per il suo comportamento professionale, sottolineando che:
“Si prenderanno cura della sicurezza della Bosnia-Erzegovina, cosa che noi della Republika Srpska accogliamo con favore.”
Ha ribadito che dalla Republika Srpska non sono mai giunti messaggi guerrafondai, anzi:
“Abbiamo sempre chiesto pace, stabilità, rispetto della Costituzione e della legge. Questa è una lotta politica e costituzionale per i nostri diritti. Non invochiamo la guerra, non usiamo le armi e non minacciamo nessuno.”
Tuttavia, ha lamentato che da Sarajevo arrivino costantemente pressioni affinché la Procura e il Tribunale della Bosnia-Erzegovina agiscano contro la Republika Srpska.
Višković ha ammonito che tali pressioni potrebbero portare alla disintegrazione del paese, facendo sentire i serbi indesiderati in Bosnia-Erzegovina:
“Se questa è la volontà della Sarajevo politica, allora sceglieremo la nostra strada, legale e legittima.”
Il Primo Ministro ha criticato duramente i messaggi provenienti da Sarajevo e da altri centri di potere, definendoli inaccettabili, poiché indicano che la Bosnia-Erzegovina, così com’è strutturata oggi, non è pensata per i serbi. Ha rifiutato il ruolo di “raja” attribuito ai serbi, richiamando i tempi dell’Impero Ottomano.
Ha sottolineato che il destino dei serbi in Bosnia-Erzegovina non sarà deciso da Sarajevo:
“Se vogliono che la Bosnia-Erzegovina sopravviva, devono tornare alla ragione, sedersi al tavolo e negoziare. Solo una BiH costruita secondo la Costituzione di Dayton, che rispetti i diritti di tutti e tre i popoli costituenti e delle due entità, potrà sopravvivere.”
Ha infine denunciato le richieste quotidiane di linciaggi, arresti e persecuzioni nei confronti dei leader della Republika Srpska provenienti dalla Federazione di BiH (FBiH), definendole totalmente inaccettabili.