
(AGENPARL) – mer 12 marzo 2025 Al link il video: [ https://www.poliziadistato.it/pressarea/Share/link/eff29674-fea9-11ef-9947-736d736f6674 | https://www.poliziadistato.it/pressarea/Share/link/eff29674-fea9-11ef-9947-736d736f6674 ]
COMUNICATO STAMPA Mercoledì 12 Marzo 2025
“Operazione TEN”: blitz della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza contro la ‘ndrangheta a Reggio Emilia
Dalle prime ore dell’alba, la Polizia di Stato – Squadra Mobile di Reggio Emilia, con l’ausilio del Servizio Centrale Operativo e della Squadra Mobile di Bologna e Crotone – unitamente ai militari della Guardia di Finanza reggiana, sta dando esecuzione a 19 perquisizioni nelle province di Reggio Emilia, Parma e Crotone, nel cui contesto saranno eseguite 5 misure cautelari personali in carcere per il delitto di associazione a delinquere di stampo mafioso.
I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal G.I.P. presso il Tribunale di Bologna Dott. Alberto Ziroldi, su richiesta della Procura della Repubblica di Bologna – Direzione Distrettuale Antimafia, sulla base degli esiti di una lunga e complessa indagine, denominata “Ten”, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott.ssa Beatrice Ronchi, nei confronti di taluni esponenti del sodalizio mafioso di tipo ‘ndranghetista operante in Emilia-Romagna ed avente quale epicentro la città di Reggio Emilia.
Gli approfondimenti investigativi effettuati dalla Polizia di Stato hanno consentito di attestare l’esistenza e l’operatività, nell’alveo della cosca ‘ndranghetistica emiliana, del gruppo mafioso ARABIA, sodalizio caratterizzato dall’ampia disponibilità di armi e dedito alle estorsioni, alle truffe, nonché alla ricettazione di beni provento di furti a ditte di autotrasporto, commessi al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa.
Il capo del sodalizio, già condannato con sentenza passata in giudicato per associazione a delinquere di stampo mafioso e il cui fratello è stato ucciso nel 2003 a Steccato di Cutro nel corso della guerra di mafia, operando in sinergia con i suoi sodali, ha posto in essere condotte tipicamente mafiose, con l’adozione di modalità violente e comunque intimidatorie, sia a scopo ritorsivo e punitivo, sia per imporre, con la forza di intimidazione promanante dall’appartenenza al sodalizio ‘ndranghetistico emiliano, la propria volontà.