
Il discorso integrale del vicepresidente Mulè Buongiorno a tutti, saluto il professor Francesco Viganò, vicepresidente della corte costituzionale nonché vicepresidente della fondazione Vittorio Occorsio, Margherita Cassano, Prima presidente della Corte di Cassazione; il prefetto Vittorio Pisani capo della polizia di Stato; Gen. Giuseppe La Gala, comandante delle scuole dell’Arma dei Carabinieri; il dottor Vittorio Occorsio, fondatore della fondazione omonima; dottor Giovanni Salvi presidente del comitato scientifico della fondazione Vittorio Occorsio, Vincenzo Mannino, consigliere del Ministro dell’istruzione e del merito. Un saluto a Vittorio Brumotti e consentitemi un saluto carico di affetto e ammirazione nei confronti delle studentesse e degli studenti che, insieme ai loro insegnanti, sono convenuti oggi qui alla Camera dei Deputati per una iniziativa lodevole giunta alla quinta edizione, qual è il progetto “la giustizia adotta la scuola”.
Ho molto riflettuto sulle parole da pronunciare questa mattina, davanti a una platea esigente che rifiuta le banalità, come per natura è chi è giovane o giovanissimo. Qual è il messaggio giusto da lasciare alla vostra riflessione, voi che siete stati contaminati positivamente dai germi su cui è cresciuto l’albero della democrazia, questo splendido albero che è l’Italia. Che è germogliato anche grazie al sacrificio di chi ha messo sopra a ogni cosa, foss’anche la sua vita, il rispetto dei diritti individuali e collettivi che voi oggi siete chiamati a custodire e difendere nel ricordo e nel solco di questi eroi. Il giudice Vittorio Occorsio era uno di questi. La sua grande, giustappunto divenuta eroica lezione, risiede nell’aver adempiuto al suo compito, con quella disciplina e quell’onore che prescrive la nostra costituzione in capo a chi è investito di funzioni pubbliche. E allora non vi sfugge che il senso più alto della giustizia risiede nel vestire e farsi proteggere da quella corazza costituzionale che supera e vince ogni avversità. Bisogna esserne degni, bisogna essere pronti in ogni momento e in ogni circostanza. Nel percorso della vita nella comunità, che alcuni di voi hanno appena iniziato, siate dolcemente tormentati dalla riflessione sul senso della vostra vita, dell’evoluzione e dal combattimento tra il vostro io ideale e il vostro io reale perché crescendo e maturando e invecchiando spesso la vita vi metterà in crisi, perché all’evoluzione del vostro pensiero non corrisponderà il mondo reale. Lo sperimenterete nei rapporti umani, in quelli lavorativi più avanti. Non parliamo della politica. E allora siate corazzati e rasserenati nell’ancorarvi sempre all’ormeggio inossidabile del pensiero di ciò che state vivendo oggi, dalla bellezza di quei principi che vi faranno rifuggire dall’equivalenza che fa dire a Hobbes che il valore dell’uomo consiste nel suo prezzo, di quello che è disposto a dare o ricevere per conquistare potere. Sposate piuttosto Kant, non abbiate mai un prezzo ma sempre solo una dignità, perché l’uomo non sia mai un mezzo ma sempre un fine, nella capacità di autodeterminarsi. Ma soprattutto siate italiani, costituzionalmente corazzati dall’adesione a quei valori, a quei principi che avete studiato, approfondito nell’esempio di quegli eroi loro malgrado che oggi ci permettono di essere qui. Vi ringrazio e vi auguro ogni bene. Giorgio Mulè