
GIORNO DEL RICORDO: “Da esuli a cittadini,raccolta di fotografie della comunità giuliano-dalmata di Torino” In occasione del Giorno del Ricordo si dà inizio a una raccolta di “scatti amatoriali” in previsione della mostra: Da esuli a cittadini. La comunità giuliano-dalmata di Torino. Immagini quotidiane 1947 – 1977 promossa: Assessorato alle Politiche sociali,Casa ed Emigrazione della Regione Piemonte,Archivio di Stato di Torino,Circolo Culturale Istriani,Fiumani e Dalmati di Torino,ANVGD Comitato di Torino; e organizzata dall’Associazione Vides Main . A questo proposito,l’assessore regionale alle Politiche sociali,Casa ed Emigrazione Maurizio Marrone dichiara: “La comunità istriana,giuliana e dalmata fuggita dal confine orientale per scampare all’orrore delle foibe è parte integrante del Piemonte che l’ha ospitata. La loro storia dopo l’Esodo è anche la nostra storia. Per questo motivo sostenere questa iniziativa significa ravvivare le radici di tante famiglie esuli,rendendole patrimonio dell’intera comunità nazionale” . “L’Archivio di Stato di Torino – spiega il direttore dell’Archivio di Stato di Torino Stefano Benedetto – nell’ambito delle iniziative promosse dalla Direzione generale archivi per il Giorno del ricordo,intende contribuire alla valorizzazione della memoria delle comunità di esuli giunti a Torino dai confini orientali ridisegnati dopo la fine della guerra e al recupero di un’epocale vicenda di accoglienza e integrazione,per quanto non priva di problemi e asprezze,che ha concorso a plasmare il volto della Città”. “La nostra comunità – dice Antonio Vatta,presidente ANVGD Torino – in questa occasione,vuole ringraziare Torino per l’accoglienza e l’ospitalità ricevute in quasi 80 anni della nostra presenza attiva in città,mentre la raccolta delle testimonianze fotografiche sarà per noi anche un modo di rinsaldare lo spirito comunitario”. “Con “Da esuli a cittadini” – spiega infine il curatore Sergio Toffetti – “a ndremo alla ricerca di fotografie come tracce del tempo per far conoscere una comunità,quella istriana,che da sempre considera la valorizzazione della propria identità un modo per aprirsi al dialogo con la città intera”. Torino è stata una delle città più aperte e disponibili ad accogliere gli esuli dall’Istria da Fiume e dalla Dalmazia. Dai due campi profughi delle Casermette di Borgo San Paolo e di Altessano passano nell’immediato dopoguerra migliaia di persone trovando una prima ospitalità che,seppur precaria,contribuisce fin da subito a tenere saldi i legami di provenienza. La comunità istriano-dalmata,“uscita dal campo”,si inserirà rapidamente nel lavoro,nella società,e in particolar modo nella vita cittadina di quartieri come le case Fiat di via Nizza,il Villaggio Santa Caterina a Lucento,la Falchera,tramandando un forte senso di identità anche alle generazioni nate a Torino. Anche se la condizione dell’esilio imprime segni indelebili in chi l’ha sofferto – e resta nei discendenti come un indefinibile sentimento di mancanza – in quasi ottant’anni,gli Esuli si sono conquistati il diritto di essere non soltanto “esuli” ma “cittadini” di Torino. Vite vissute a testa alta che oggi ritornano – con nostalgia e comprensibile orgoglio,nelle migliaia di fotografie scattate in occasione di battesimi,comunioni,matrimoni,scorribande infantili nei cortili di periferia,lavoro,vacanze,compresi i frequenti ritorni nei paesi d’origine. Immagini un po’ stinte dal tempo,ma che conservano intatta la loro carica emozionale perché documentano la vita di coloro che cercavano,un passo alla volta,senza dimenticare il passato,una speranza di futuro.