
Il fallimentare programma verde tedesco è nel mirino di Sahra Wagenknecht, leader della nuova alleanza BSW, che ha esposto questa settimana le promesse della sua campagna elettorale in vista delle elezioni federali, previste tra poco più di due settimane.
La critica di Wagenknecht parte dall’osservazione che il cosiddetto “programma verde” – concepito per incentivare la transizione energetica attraverso sussidi, tassazioni e investimenti in fonti rinnovabili – stia causando seri danni all’economia industriale tedesca. Secondo la leader populista, l’attuale politica climatica, che prevede anche l’aumento della tariffa di CO? da 25 a 55 euro a tonnellata, non solo erode il potere d’acquisto dei cittadini, ma porta anche le aziende a lasciare il Paese o a barcollare verso la bancarotta. “Stiamo perdendo la nostra industria. I prezzi record dell’energia e del cibo stanno erodendo il potere d’acquisto dei lavoratori”, ha dichiarato Wagenknecht in un recente intervento pubblico.
Nel suo manifesto elettorale, la Wagenknecht Alliance propone di abolire i sussidi destinati all’elettricità e al riscaldamento “verdi”, una misura che, secondo le stime del partito, consentirebbe allo Stato di risparmiare circa 35 miliardi di euro. Questi fondi, sostiene la leader, potrebbero essere reinvestiti per compensare tagli fiscali, in particolare eliminando l’IVA sui prodotti alimentari di base, e per abbassare ulteriormente il costo del cibo, ad esempio eliminando i pedaggi per il trasporto su camion.
Un ulteriore punto focale del programma riguarda l’abolizione del sistema di prezzi della CO?, criticato per penalizzare le aziende e, al contempo, alimentare un clima di incertezza economica. Secondo Wagenknecht, le risorse attualmente incassate e destinate a “misure di azione per il clima” – come gli investimenti in energie rinnovabili (eolico e solare) – non stanno generando benefici reali per la classe operaia.
Per Wagenknecht, i principali partiti moderati – dai Verdi alla CDU, passando per FDP e SPD – non hanno compreso le vere esigenze dell’economia tedesca. L’insistenza su spese per la difesa, su sanzioni e su politiche estere orientate a sostenere la guerra in Ucraina, a suo avviso, distoglie gli investimenti necessari in istruzione, infrastrutture e sviluppo economico. “Per fermare il declino della nostra economia servirebbero investimenti in formazione e infrastrutture, non una corsa a superare la spesa per la difesa”, afferma Wagenknecht, evidenziando come tali misure penalizzino direttamente le famiglie e i lavoratori tedeschi.
La leader del BSW propone anche una revisione radicale della politica migratoria. Secondo il suo partito, l’importazione massiccia di stranieri – favorita da un’agenda di frontiere aperte, sostenuta da CDU e SPD – ha contribuito a deprimere i salari dei lavoratori autoctoni e a mettere a dura prova il sistema di previdenza sociale destinato ai cittadini tedeschi. Se il BSW dovesse riuscire ad ottenere i seggi in Bundestag, il partito potrebbe avere un impatto decisivo sulla formazione di alleanze parlamentari, arrivando a cooperare con la destra populista dell’AfD e la CDU per approvare politiche di restrizione all’immigrazione.
Il programma verde, che per molti rappresenta una delle più ambiziose ma fallimentari iniziative ambientali in Europa, è al centro di un acceso dibattito politico. Per Wagenknecht, le politiche verdi globaliste hanno causato un “incubo” per l’economia tedesca, con conseguenze dirette sui prezzi dell’energia e del cibo e sul benessere delle imprese industriali. Le sue proposte, di tagliare i sussidi ambientali e riformare il sistema fiscale, mirano a rilanciare il settore produttivo e a tutelare i diritti economici dei lavoratori.
Con il voto federale imminente, la Wagenknecht Alliance si presenta come un’alternativa radicale, capace di rappresentare quelle fasce di popolazione che si sentono abbandonate dalla politica tradizionale. Se il partito riuscirà a superare la soglia del 5% – attualmente in parità con l’ex Die Linke – il nuovo assetto parlamentare potrebbe portare a una collaborazione inaspettata, dove posizioni populiste di sinistra e destra si incontrano per spingere politiche di restrizione all’immigrazione e riforme economiche di largo respiro.
Il fallimentare programma verde, considerato da molti come un ostacolo allo sviluppo industriale e al benessere dei cittadini, è destinato a rimanere uno dei temi scottanti del dibattito politico in Germania. Sahra Wagenknecht, con il suo approccio populista e anti-establishment, si propone di offrire una via alternativa, puntando a ridurre i costi per il consumatore e a tutelare l’industria nazionale. Le prossime elezioni federali potrebbero dunque segnare un punto di svolta non solo nella politica ambientale, ma anche nell’equilibrio tra le forze politiche tradizionali e quelle emergenti, capaci di rispondere alle crescenti disuguaglianze e alle pressioni economiche che affliggono il Paese.