
Ci sono principi millenari che ogni Libero Muratore dovrebbe seguire con rigore, soprattutto quelli tramandati dalle Logge d’oltremare e raccolti nel 1723 per uso delle Logge di Londra. Tra questi, si legge che la Massoneria “stimola la tolleranza, pratica la giustizia, aiuta i bisognosi, promuove l’amore per il prossimo” e, udite udite, ricerca tutto ciò che unisce fra loro gli uomini ed i popoli.
E poi, dettaglio non da poco, il Massone è tenuto a rispettare scrupolosamente la Carta Costituzionale dello Stato nel quale risiede. Già, perché la correttezza, l’etica e il rispetto delle regole sono valori fondamentali.
Ora, con questo nobile principio in mente, viene spontaneo chiedersi: ma allora perché il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi, non ha seguito questo sacro precetto anche in casa propria?
Il Gran Maestro e la strana ammissione di irregolarità
Nel Decreto N. 506/SB, Stefano Bisi ha ammesso ufficialmente che le elezioni precedenti – da lui stesso indette con il Decreto N. 451/SB – erano viziate da irregolarità. E non da piccoli errori trascurabili, ma da vizi tali da richiedere la loro revoca e annullamento. Il tutto, si legge, per garantire la “corretta espressione del voto e la massima partecipazione”.
Un esempio di trasparenza? Forse. Oppure una sorprendente dimostrazione di come sventolare la bandiera dell’onestà senza però trarne alcuna conseguenza pratica. Perché se davvero ci sono state irregolarità, viene da chiedersi:
Perché non sono stati presi provvedimenti concreti?
Perché nessuno ha risposto in sedi opportune?
Perché il tutto si è risolto con un semplice annullamento senza responsabilità accertate?
Insomma, se un problema c’è, chi lo ha causato? E perché non paga nessuno?
La Corte Centrale, l’organo che (forse) non processerà mai nessuno
E qui arriviamo al punto più interessante. Secondo gli articoli 67 e 68 del Regolamento GOI, la Corte Centrale è competente a giudicare le colpe massoniche di altissimo livello. È persino prevista la possibilità di un processo per alto tradimento e/o attentato alla Costituzione.
Fantastico! Vuoi vedere che, con un decreto che certifica ufficialmente delle irregolarità elettorali, qualcuno chiamerà in causa la Corte Centrale per chiedere chiarezza?
No, tranquilli. Non succederà nulla di tutto questo.
Già perché, a quanto pare, se le irregolarità vengono certificate dal Gran Maestro stesso, non è più alto tradimento ma semplice “necessità di ripetere le elezioni”. E le Tavole d’accusa? Sono inammissibili se fondate su motivazioni diverse da quelle previste dal primo comma. Un comodo scudo per evitare processi interni scomodi.
Agenparl aveva ragione? Eh sì, a saperlo prima…
A questo punto, come non ricordare il caso dei talloncini perduti denunciato da Agenparl? Ricordate la tragicomica vicenda della Commissione Elettorale Nazionale che avrebbe annullato centinaia di voti per un pezzo di carta adesiva dimenticato?
Quando si tratta di cavilli, la macchina della giustizia massonica sembra funzionare a meraviglia. Ma quando il Gran Maestro stesso ammette che ci sono state irregolarità, tutto si risolve con un nuovo decreto e tanti saluti.
Che dire? Un plauso alla sincerità, ma una sonora risata amara per la totale assenza di conseguenze.
A questo punto, Agenparl aveva ragione.
Eh sì, a saperlo prima…