
L’Italia ha compiuto un passo storico nel rafforzare il settore sanitario somalo grazie al primo intervento a cuore aperto realizzato nel Paese con il sostegno dell’equipe medica italiana. Questa iniziativa rappresenta il culmine di un progetto più ampio, che ha incluso missioni mediche in Somalia, il trasferimento di giovani pazienti in Italia per interventi salvavita e il supporto logistico e istituzionale dell’Ambasciata d’Italia a Mogadiscio. In questa intervista, l’Ambasciatore Pier Mario Daccò ci racconta come l’Italia stia contribuendo a rafforzare le relazioni bilaterali attraverso la cooperazione sanitaria, quali sfide sono state affrontate per rendere possibile questo importante traguardo e quali sono le prospettive future per il sistema sanitario somalo.
Domanda. Qual è stato il ruolo dell’Ambasciata d’Italia e dell’equipe medica italiana nel coordinare questo storico intervento a cuore aperto in Somalia?
Pier Mario Daccò. Gli interventi effettuati in questi giorni sono l’esito di un programma più ampio che ha incluso una precedente missione in Somalia dei medici italiani che ha permesso di individuare numerosissimi minori affetti da gravi patologie. Successivamente due gruppi di minori, accompagnati dai rispettivi familiari, hanno affrontato il viaggio in Italia per essere sottoposti agli interventi chirurgici presso l’Ospedale Niguarda di Milano. L’Ambasciata d’Italia a Mogadiscio ha facilitato le modalità per la presentazione della domanda e il rilascio del visto d’ingresso, procedura abbastanza complessa considerando che il visto è materialmente rilasciato dalla nostra Ambasciata a Nairobi. L’Ambasciata ha poi provveduto a valorizzare con le rispettive istituzioni e con i mezzi di comunicazione l’importante iniziativa.
Domanda. Come si inserisce questa iniziativa nel più ampio contesto della cooperazione tra Italia e Somalia nel settore sanitario? Sono previsti ulteriori progetti o interventi simili?
Pier Mario Daccò. Il progetto di assistenza cardiologica è il frutto del coordinamento tra l’associazionismo italiano e della comunità somala di Milano, l’Ospedale Niguarda e la Regione Lombardia. Importante è stato anche il sostegno finanziario garantito dalla Fondazione Hormuud della principale compagnia privata somala di telefonia. Il progetto prevede nelle prossime settimane il trasferimento in Italia di un ulteriore gruppo di piccoli pazienti. La prospettiva è comunque di sviluppare sempre più le capacità di effettuare in Somalia tali interventi. La cooperazione italiana ha storicamente sostenuto il settore sanitario somalo. Negli anni non è mai venuto meno il contributo a strutture ospedaliere, principalmente a favore dell’Ospedale De Martino di Mogadiscio.
Domanda. Quali sono state le principali sfide logistiche e organizzative affrontate per rendere possibile questo intervento?
Pier Mario Daccò. Per il trasferimento dei pazienti in Italia, una volta ottenuto il visto d’ingresso per i pazienti e i familiari al seguito, occorre garantire la permanenza per tutto il tempo necessario alla degenza che può prolungarsi anche per un paio di mesi. In questo hanno svolto un ruolo fondamentale l’organizzazione non governativa GRT – organizzazione non governativa italiana impegnata in Somalia dal 1996 soprattutto nell’ambito socio-sanitario della salute mentale, della protezione dell’infanzia e del contrasto alla violenza di genere – e l’associazione della comunità somala di Milano “Mother and Child Care”.
Domanda. La collaborazione sanitaria tra Italia e Somalia prevede programmi di formazione specifici per il personale medico locale? Se sì, quali risultati si attendono nel medio-lungo termine?
Pier Mario Daccò. Sono numerose le borse di studio offerte da enti italiani, università e ospedali, per corsi anche di alta specializzazione in ambito sanitario. I risultati attesi sono quelli di rafforzare sempre di più la capacità di garantire un’assistenza adeguata da parte delle strutture sanitarie somale.
Domanda. Che messaggio vuole inviare questo intervento rispetto al rafforzamento delle relazioni bilaterali tra i due Paesi e al ruolo dell’Italia nel promuovere lo sviluppo del sistema sanitario somalo?
Pier Mario Daccò. L’Italia continuerà a considerare prioritario il sostegno al sistema sanitario somalo, parallelamente agli importanti progetti sviluppati dall’Unione Europea e da altri attori internazionali.
Il messaggio di questa iniziativa è che, dopo una lunga storia comune, l’Italia continua a rimane al fianco della Somalia. Una vicinanza, a 360°, che gli amici somali cercano, riconoscono e apprezzano con sincerità.




