
ALLA FIERA DELLA GIUSTIZIA
Alla fiera della Giustizia,
per due soldi, un cliente una causa iniziò.
E venne controparte, che inventò sedici eccezioni,
che il Giudice non capì e toppò la sentenza Dell’Aiuto
nella causa, che per due soldi, un cliente iniziò.
E in secondo grado il giudice lesse il ricorso,
e riformò la sentenza, che poi la Cassazione
applicando nuovi principi, rimandò in appello,
per quella causa
che, per due soldi, un cliente iniziò.
E in attesa del rinvio morì una delle parti,
e alla prima udienza la causa si estinse,
e fu fissata la riassunzione, a un anno,
di quella causa
che, per due soldi, un cliente iniziò.
E intanto, quasi ogni giorno, quel cliente
chiamava il suo avvocato per chiedere
“novità” di quella causa
che, per due soldi, un giorno iniziò.
E alla nuova udienza cambiò un giudice,
che era andato a fare il P.M.,
e rinviarono di un altro anno
quella causa,
che, per due soldi, un cliente iniziò.
E poi uscì la sentenza, che dette ragione,
così come la Cassazione,
a quel cliente,
che, per due soldi, una causa iniziò.
E iniziò l’esecuzione di quella sentenza
per una causa che,
anni prima, per due soldi,
un cliente iniziò.
Ma non trovarono niente,
e spese altro denaro quel cliente,
che, quando era giovane,
per due soldi, una causa iniziò.
E Agenzia delle Entrate
chiese la tassa per quella causa
che un cliente un giorno iniziò.
E cambiarono tredici Ministri,
che fecero ventisei riforme,
per migliorare la Giustizia
e promisero di fare finire presto, tutte le cause
che, per due soldi, un cliente iniziò.
E infine l’avvocato, andò in pensione,
con poche lire, e appese nel salotto
quella sentenza,
avuta dopo anni,
nella causa che un suo cliente,
per due soldi, iniziò.